Proseguono le indagini per far
luce sulle cause, e sulle responsabilità, della tragedia del
Mottarone. I periti nominati dal gip di Verbania e i consulenti
di parte si sono ritrovato oggi alla stazione intermedia
dell'Alpino per fotografare i due segmenti del cavo traente, la
fune della cabina che lo scorso 23 maggio è precipitata causando
la morte di quattordici persone e il ferimento di un bambino,
Eitan, ora al centro di una contesa familiare per l'affidamento.
Sono centinaia le immagini scattate ai due segmenti della
fune, di circa 15 metri l'uno, prelevati la scorsa settimana,
uno dei quali la prossima settimana sarà sottoposto alle analisi
del caso con il microscopio elettronico. Lo scopo resta quello
di stabilire perché la fune, composta da 114 fili d'acciaio, si
è spezzata. Una circostanza rarissima che, proprio per questo
motivo, desta ancora più interesse ed è fondamentale per
accertare tutte le responsabilità , oltre a quella di chi ha
sistemato i 'forchettoni' sui freni per disabilitarli, che ha
provocato la
caduta nel vuoto della cabina n.3.
Domani invece gli avvocati delle 53 parti offese e delle
persone e delle società sotto inchiesta si ritrovano in Procura,
a Verbania, e potranno fare copia dei documenti sequestrati dai
carabinieri. Per martedì prossimo, invece, è fissata infine
l'udienza al tribunale del Riesame di Torino per il ricorso
avanzato dalla procuratrice di Verbania Olimpia Bossi.
Un'istanza per ottenere la riforma della decisione del gip sui
tre fermi decisi due giorni dopo il disastro del Mottarone.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA