Il Museo Egizio di Torino riapre
nel segno dell'ottimismo con un progetto espositivo dedicato
alla ricerca, perché "nulla sarà più come prima, neppure i
musei, che dovranno reinventarsi per diventare un elemento
centrale della cultura dei territori a cui appartengono", spiega
il direttore Christian Greco accogliendo questa mattina i primi
visitatori con la presidente della Fondazione Museo delle
Antichità Egizie, Evelina Christillin.
Il nuovo progetto espositivo dell'Egizio, 'Nel laboratorio
dello studioso', è un ciclo di mostre allestite al primo piano,
per mettere sotto la lente di ingrandimento una serie di reperti
della collezione e offrire ai visitatori un approfondimento
inedito, avvicinandoli alla ricerca. Ogni due mesi la mostra
sarà dedicata a un reperto diverso, che verrà indagato dal punto
di vista archeologico, storico: il primo oggetto protagonista
della mostra è la statua di Hel: di epoca Ramesside (XIX
dinastia, 1279-1213 a.C. circa).
"L'epoca delle grandi mostre blockbuster è finita - sostiene
Greco - Gli stranieri continueranno a venire, ma quello che
dobbiamo fare è portare nei musei i cittadini, giovani e non.
Per condividere con loro la grande cultura e la ricerca che
musei come noi non hanno mai smesso di fare, dalla loro nascita.
Ecco il perché di questo ciclo di 5 piccole mostre, che ci è
costato dolo 10.000 euro e vuole fare prendere confidenza con la
ricerca ".
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