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Al Policlinico di Milano primo trapianto rene fra sieropositivi

'Autorizzazione dal 2019,ma la pandemia aveva bloccato percorso'

Redazione ANSA MILANO

(ANSA) - MILANO, 06 AGO - Sieropositivo il donatore, sieropositivo il ricevente: il Policlinico di Milano ha eseguito il suo primo trapianto di rene fra persone con HIV, che sono per questo più esposte al rischio di sviluppare una malattia renale cronica.
    Questo è successo a un paziente, Pietro il nome di fantasia, che da tempo aspettava il trapianto. In Italia la donazione d'organi e il trapianto fra sieropositivi e' possibile dal 2018.
    "Il nostro ospedale - ha raccontato Mariano Ferraresso, direttore della Chirurgia Generale - Trapianti di Rene - ha ottenuto l'autorizzazione per questo tipo di trapianti nel 2019, ma purtroppo la pandemia da Covid-19 aveva bloccato in partenza il percorso. Avevamo però tutte le competenze per poterci occupare di questi pazienti molto delicati, sia sul fronte nefrologico che infettivologico e ovviamente chirurgico data la nostra lunga esperienza nel confezionamento di accessi per emodialisi nei pazienti nefropatici con HIV".
    Nel 2021 è stato eseguito, sempre al Policlinico, il primo trapianto di fegato fra sieropositivi. Poche settimane fa si è reso disponibile il rene di un donatore sieropositivo, e Pietro è stato operato. Il decorso post-operatorio, ha spiegato Ferraresso, "è stato eccellente e dopo alcune settimane è tornato a casa con il suo rene nuovo".
    "Nei pazienti con HIV - ha sottolineato Giuseppe Castellano, direttore della Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene - c'è una maggiore predisposizione alla malattia renale cronica: in parte per meccanismi legati all'infezione stessa, in parte per altre patologie spesso concomitanti come epatite B e C. In ultimo c'è il ruolo delle terapie antiretrovirali, che hanno sicuramente aumentato le aspettative di vita ma con effetti collaterali non trascurabili". E quindi il programma di trapianti dedicato ai pazienti con HIV "consente di garantire l'accesso a organi di qualità e senza rischi aggiuntivi a persone - hanno concluso i due esperti - che per molto tempo hanno visto precludersi la possibilità del trapianto sulla base di valutazioni oggi del tutto superate". (ANSA).
   

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