La Pontificia Accademia per la Vita, e con essa la World Medical Association (Wma) e la German Medical Association (Gma), fanno appello affinché sia garantito "un equo accesso globale ai vaccini", quale "prerequisito chiave per una riuscita campagna di vaccinazione globale", e perché sia affrontata l'"esitazione vaccinale" - la riluttanza a sottoporsi alle somministrazioni, magari istigata dalle fake news o dalle ideologie 'no-vax' - "inviando un messaggio chiaro sulla sicurezza e la necessità dei vaccini e contrastare i miti e la disinformazione sui vaccini". L'appello è contenuto nel comunicato finale della Tavola Rotonda Internazionale sulle Vaccinazioni, che si è svolta ieri, promossa dalle tre organizzazioni.
"L'Associazione Medica Mondiale, l'Associazione Medica Tedesca e la Pontificia Accademia per la Vita collaborano per promuovere l'equità vaccinale e affrontare l'esitazione vaccinale", si legge nel comunicato presentato oggi in una conferenza stampa in Vaticano da mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pav, e in collegamento da remoto da Ramin Parsa-Parsi, capo dipartimento per gli affari internazionali della Gma, e da Frank Ulrich Montgomery, presidente del consiglio della Wma.
"Milioni di persone in tutto il mondo stanno ancora soffrendo gli effetti della pandemia da Covid-19 e la vaccinazione è ampiamente considerata un modo rapido ed efficace per controllare la diffusione del virus e salvare vite umane - si sottolinea -. Per quanto l'attuale pandemia abbia portato a casa l'importanza della vaccinazione, ha anche messo a nudo la grande iniquità di accesso ai vaccini e i pericoli posti dal nazionalismo vaccinale".
"Mentre molti Paesi ad alto reddito avevano le risorse per firmare rapidamente accordi bilaterali con aziende farmaceutiche per promettere ai candidati il vaccino Covid-19, questo ha lasciato molti Paesi in via di sviluppo in una posizione di svantaggio a causa di restrizioni finanziarie e limitazioni alla capacità produttiva", si denuncia. Per le tre organizzazioni, "l'accessibilità dei vaccini pone ancora grandi sfide in molte parti del mondo, ma ci sono anche Paesi in cui i vaccini sono prontamente disponibili ma soggetti a scetticismo e sfiducia".
"L'esitazione vaccinale è una questione complessa - spiegano -. Una certa riluttanza nelle comunità svantaggiate è radicata nelle disuguaglianze storiche, violazioni della fiducia nella ricerca medica, esperienze negative con la salute, attenzione e sospetto sul comportamento delle aziende farmaceutiche focalizzato sul profitto".
"Ma una ancora più perniciosa forma di esitazione vaccinale è guidata da affermazioni e miti infondati e fuorvianti - proseguono -, compresa la disinformazione sugli effetti collaterali, che sono amplificati dai social media e da altri mezzi di comunicazione potenziata". A questa complessità "si aggiunge il fatto che l'esitazione vaccinale esiste anche nella comunità medica e in alcuni gruppi religiosi. L'esitazione vaccinale e il rifiuto possono in definitiva dar luogo a difficili questioni etiche sulla tensione tra libertà di scelta individuale e bene comune".
"Considerati uno dei più grandi successi della medicina moderna - spiegano ancora i promotori della Tavola rotonda -, i vaccini svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie infettive. È stato dimostrato che evitano milioni di morti e proteggono milioni di persone dall'ammalarsi ogni anno".
Ma "per sbloccare il pieno e innovativo potenziale dei vaccini, è necessario agire per superare gli ostacoli all'equità dei vaccini e per affrontare le cause profonde dell'esitazione vaccinale". Da qui l'appello congiunto delle tre organizzazioni, che, ha commentato mons. Paglia in conferenza stampa, non mette in discussione la libertà individuale, né tanto meno punta all'obbligo vaccinale, ma è prima di tutto un richiamo alla "responsabilità".