Nessuna come lei. A 31 anni, Vanessa Ferrari si prende la medaglia olimpica che non era mai riuscita a portarsi a casa, arrivando in alto come a nessuna azzurra era riuscito prima. Infortuni, ingiustizie, sfortuna: ma Vanessa torna a sorridere, anche quando racconta di aver "puntato all'oro, per far suonare l'inno". Non c'è il grande pubblico a rendere l'omaggio dovuto a una carriera straordinaria, ma chi è presente nel palazzo della Ginnastica di Arieke, nel centro di Tokyo, prova un brivido a vederla saltare, volteggiare, volare e planare sulle note di "Con te partirò", il brano che l'ha accompagnata in questa avventura a Tokyo 2020. Fra due sedicenni e altre ragazze ventenni, Vanessa esegue in pista l'esercizio che ha previsto e studiato per questa finale, nella quale manca l'avversaria più prestigiosa, Simone Biles. L'oro va all'americana Jade Carey, nonostante nelle qualifiche fosse stata Vanessa a totalizzare il punteggio migliore. Alla fine la Carey arriva a 14.366, scegliendo un esercizio più difficile (6.300 il quoziente) rispetto a quello di Vanessa (5.900), che ha pensato a lungo ad alzare l'asticella ma ha poi deciso di non rischiare. Nonostante un'esecuzione migliore, 8.300 contro 8.066 della statunitense.
Vanessa Ferrari resta saldamente al secondo posto del podio, la brasiliana Rebeca Andrade fa uno sbaglio che la taglia fuori, le altre sono sotto, con la giapponese Murakami e la russa Melnikova a condividere a pari merito il terzo gradino del podio. Ha stupito, dopo le disavventure di anni di successi sfuggiti all'ultimo, dell'immeritato quarto posto di Rio, di infortuni terribili e di una qualificazione a ostacoli, la tranquillità con la quale Vanessa si è presentata in gara, eseguendo quanto annunciato. Il primo omaggio, con un ricordo di tutte le disavventure che ha dovuto superare, è stato quello del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha seguito in piedi la gara, ed ha applaudito lungamente alla fine.