Finalmente si svela, il sorriso di Simona. Solare come mai vista prima, bella, allegra ed emozionata su un podio che aveva sognato da una vita e che dopo le delusioni nei 1500 sembrava rischiare di non calcare alla sua prima volta ai Giochi. "Doveva essere la mia Olimpiade", dice finalmente sciolta dopo l'esame superato negli 800. Un bronzo umano e sofferto per Simona Quadarella, terza negli 800 stile libero alle spalle delle due disumane Katie Ledecki (prima in 8'12"57) e dell'australiana Ariarne Titmus (8'13"83). Un podio che la fa salire nell'olimpo del nuoto azzurro, sulla distanza di Novella Calligaris e poi anche di Alessia Filippi, romana come la Quadarella sul podio d'argento a Pechino: "La guardavo sempre, era un esempio per me", confessa in zona mista la nuotatrice di Ottavia, periferia di Roma, troppo giovane per essersi innamorata in diretta delle imprese della piu' illustre nuotatrice azzurra a Monaco '72.
Al termine di 16 vasche nuotate questa volta con la regolarità di un orologio svizzero, senza crolli o cedimenti, anzi alzando il ritmo quando serviva mettersi alle spalle le altre 'umane' a metà gara. Si prende quella medaglia che era mancata nei 1500 perché era crollata, dicendo poi: "Fino agli 8-900 resisto, poi sento la stanchezza". Alla prova del nove, l'azzurra ha confermato che non bluffava. Quarta fino a metà gara, quando poi ha deciso di salire di ritmo guadagnando la terza posizione ai danni dell'altra americana Grimes. Poi il solco tra lei e il quarto posto chiudendo con un non certo esaltante 8'18"35 che le vale comunque il podio: "Con Cristian (l'allenatore Minotti, ndr) ci eravamo detti che servivano cuore e anima, ma anche una gara di testa. Ce l'ho fatta, è stato difficilissimo", confessa Quadarella.
"Sono contenta davvero, questa medaglia vale più di qualsiasi altra cosa. Volevo tornare a casa con il sorriso, mi sono detta 'Simona, o prendi la medaglia o prendi la medaglia'. E ce l'ho fatta", ammette col sorriso ritrovato, dopo le lacrime trattenute dopo il quinto posto nei 1500: "È tanto che l'aspetto, avrei preferito fare qualcosa di più nei 1500, sono sincera, ma non è arrivato, fa parte della vita di un atleta. È stato difficile, ma sono stata fortunata ad aver avuto un'altra chance. L'ho saputa cogliere. Sono sul podio con dei mostri, mi fa strano. Sapevo che loro sarebbero andate forti, non le ho guardate. L'obiettivo era prendere il bronzo e ce l'ho fatta. Con i 1500 sogni e aspettative sono tutti crollati. Per me gli 800 erano un riscatto".
Un'altra medaglia azzurra negli 800 dopo quella vinta da Gregorio Paltrinieri. I due atleti erano arrivati a Tokyo con problemi fisici, Greg con la mononucleosi e Simona con i postumi di una gastroenterite. L'esempio del carpigiano deve averla spronata a dare qualcosa in più: "Greg mi ha esaltata, mi ha messo i brividi. Quando ha visto la sua gara, Cristian mi ha detto 'ecco, queste sono le palle'. E io mi sono detta 'se ce l'ha fatta lui con la mononucleosi, ce la posso fare anche io con la gastroenterite". E se uno si è confermato Super-Greg, oggi anche lei ha diritto a sentirsi un po' Wonder-Simo.