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Vucic su Srebrenica, 'non pietà ma formulazione giuridica'

'Ho taciuto l'11 luglio per evitare nuovi attacchi alla Serbia'

14 luglio, 08:07
(ANSA) - BELGRADO, 14 LUG - Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha motivato la sua mancata partecipazione alle recenti commemorazioni per il 27/mo anniversario del genocidio di Srebrenica con il fatto che da lui ci si aspetta non la pietà e l'omaggio alle vittime ma la "formulazione giuridica" in base alla quale poter poi in futuro assumere iniziative politiche.

"Non sono andato (a Srebrenica) non per il fatto che non sono il benvenuto, e non ho fatto dichiarazioni l'11 luglio poichè qualunque cosa avessi detto, non io ma la Serbia sarebbe stata esposta agli attacchi più brutali per non aver pronunciato la parola magica (genocidio, ndr) che loro vorrebbero sentire", ha detto Vucic in serata alla tv privata Pink. A suo dire "da noi non vogliono sentire pietà e rispetto per le vittime ma vogliono ascoltare la formulazione giuridica per poter poi agire in futuro sul piano politico, con l'abolizione della Republika Srpska, richieste di risarcimento e altre misure contro la Serbia". Da parte sua, ha osservato, c'è sempre il rispetto dinanzi alle vittime, ma si tratta di una questione politica. I serbi e i serbo-bosniaci ammettono che a Srebrenica nel luglio 1995 furono compiuti orrendi crimini e atrocità, ma negano che si possa parlare di genocidio, come stabilito dalla giustizia internazionale per l'uccisione di 8 mila bosniaci musulmani ad opera delle truppe serbo-bosniache di Ratko Mladic.

Sottolineando come nessun rispetto e pietà vengano mostrate nei confronti delle vittime serbe della guerra di Bosnia e degli altri conflitti armati nella ex Jugoslavia, Vucic è tornato a ricordare l'aggressione subita a Srebrenica l'11 luglio 2015, quando in occasione delle cerimonie per il 20/mo anniversario del massacro, fu bersagliato da un fitto lancio di pietre e altri oggetti. Finora nessuno è stato chiamato a rispondere per tale aggressione - ha detto, nonostante si conoscano tutti i nomi. (ANSA).

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