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Colline Prosecco, contro il Prosek il paese fa sistema
Presentato a Roma piano sinergia per tutela del nome
15 giugno, 14:51 (ANSA) - CONEGLIANO, JUN 15 - Il sistema del Prosecco vara un
progetto sinergico tra i vari stakeholder per tutelare il nome
delle famose bollicine da operazioni come quelle che hanno
portato alla 'guerra' del Prosek. E' stato presentato, a Roma,
in un incontro con la stampa, un progetto di aggregazione tra
vari portatori d'interesse che prevede un lavoro unitari tra i
vari enti "per diffondere la cultura del Prosecco in Italia e
nel mondo e delle colline di Conegliano Valdobbiadene patrimonio
dell'umanità. All'evento, promosso dal senatore Gianpaolo
Vallardi, hanno partecipato vari esponenti parlamentari,
responsabili dei diversi Consorzi di tutela e la presidente
dell'associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco,
Marina Montedoro. "Quando parliamo delle nostre colline - ha
detto Montedoro - parliamo di un paradigma di biodiversità, di
una viticoltura in gran parte eroica e sempre attenta alla
sostenibilità, di cultura, di arte e di tradizioni che affondano
le radici nella ruralità del Veneto. Valorizzare in sinergia
questi patrimoni è oggi conditio sine qua non per difendere ciò
che rende distintivo e competitivo il nostro Made in Italy a
livello internazionale". "Il Prosecco - ha detto Vallardi - è
l'ambasciatore delle eccellenze italiane in Europa e nel mondo
ed è tanto apprezzato in ogni parte del globo da essere, fra i
prodotti del Made in Italy, il più copiato ed oggetto
dell'Italian Sounding, che invece va contrastato con
determinazione e vigore. Le terre venete e friulane curano e
perfezionano la coltivazione di quei tralci di vite per dare
vita ad un tipo di vino sempre di altissima qualità, dal gusto
raffinato e con la presenza di quelle bollicine conosciute nei
cinque continenti". Nell'occasione è stata ricordata la data del
5 luglio per il deposito alle autorità europee competenti delle
deduzioni contrarie al riconoscimento del diritto ad adoperare
il nome "Prosek" per la produzione di un particolare tipo di
vino in Croazia.
"Il Prosecco è nostro, è simbolo della nostra viticoltura eroica, è una bandiera della nostra terra che non può essere imitato. Confermo che il nostro impegno ci sarà sempre a fianco di chi si batte per difendere un prodotto che è unico come il territorio su cui crescono i suoi vigneti". Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha commentato il progetto di aggregazione presentato a Roma tra i vari portatori di interesse con obiettivo la tutela del nome del Prosecco. "È una difesa della nostra storia e della nostra identità - spiega - . A chi pensa di utilizzare il nome Prosek disinvoltamente, ricordiamo che il nostro Prosecco non è un vino nato pochi giorni fa a tavolino; è un vino che si identifica con la nostra cultura, il nostro lavoro e i nostri territori". Fare squadra è fondamentale, ricorda Zaia, "per unire tutte le forze contro non solo la contraffazione ma anche la confusione di nomi e località di cui può approfittarsene qualcuno a danno dei nostri viticoltori e di una cultura enologica che da noi è di casa da secoli. Ribadisco il concetto più volte espresso: il Prosecco è tale perché c'è una riserva del nome con un decreto del 2009 che ho firmato io quand'ero ministro, riconosciuto dall'Europa - conclude - e c'è il pronunciamento dell'Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene". (ANSA).
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"Il Prosecco è nostro, è simbolo della nostra viticoltura eroica, è una bandiera della nostra terra che non può essere imitato. Confermo che il nostro impegno ci sarà sempre a fianco di chi si batte per difendere un prodotto che è unico come il territorio su cui crescono i suoi vigneti". Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha commentato il progetto di aggregazione presentato a Roma tra i vari portatori di interesse con obiettivo la tutela del nome del Prosecco. "È una difesa della nostra storia e della nostra identità - spiega - . A chi pensa di utilizzare il nome Prosek disinvoltamente, ricordiamo che il nostro Prosecco non è un vino nato pochi giorni fa a tavolino; è un vino che si identifica con la nostra cultura, il nostro lavoro e i nostri territori". Fare squadra è fondamentale, ricorda Zaia, "per unire tutte le forze contro non solo la contraffazione ma anche la confusione di nomi e località di cui può approfittarsene qualcuno a danno dei nostri viticoltori e di una cultura enologica che da noi è di casa da secoli. Ribadisco il concetto più volte espresso: il Prosecco è tale perché c'è una riserva del nome con un decreto del 2009 che ho firmato io quand'ero ministro, riconosciuto dall'Europa - conclude - e c'è il pronunciamento dell'Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene". (ANSA).