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Balcani: analista Ispi, nuova erosione credibilità Ue
Senza concessione status a Bosnia e negoziati Tirana e Skopje
24 giugno, 12:58 (di Stefano Giantin)
(ANSA) - BELGRADO, 24 GIU - La mancata concessione dello
status di Paese candidato alla Bosnia-Erzegovina e i nuovi
ritardi nell'apertura dei negoziati di adesione alla Ue con
Macedonia del Nord e Albania rappresentano "un'ulteriore
erosione della credibilità della Ue nella regione, che si
sentirà ancora più abbandonata. Ma le conseguenze peggiori
saranno per l'Unione: non dovrà stupirsi se tra qualche anno
altri attori globali avranno colmato il vuoto lasciato dalle sue
promesse non mantenute". Lo dice in un'intervista all'ANSA
Giorgio Fruscione, politologo ed esperto di Balcani
dell'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).
"Le scelte geopolitiche hanno sempre conseguenze, questo è stato l'ennesimo assist alla Russia", continua l'analista.
Posizione Ue verso i Balcani che va valutata "negativamente", illustra Fruscione. "Per molto tempo abbiamo giustamente criticato gli scarsi progressi nelle riforme a livello locale, ma da almeno tre anni Bruxelles si sta prendendo gioco dei candidati, in primis Albania e Macedonia del Nord, che sono oggi del tutto impotenti e non possono liberarsi dal limbo in cui sono caduti per colpa sia del veto bulgaro che delle proposte di riforma dell'allargamento del presidente francese" Macron.
Appare dunque realistico dire che "i Balcani sono stati ingiustamente abbandonati dalla Ue. A livello locale - chiosa Fruscione - la conseguenza sarà un'accelerazione della deriva autoritaria, in particolare in Serbia e una maggiore influenza da parte di attori terzi. Per l'Ue, l'incapacità di riformarsi in senso realmente collegiale la renderà sempre più ostaggio di veti di stampo politico di un singolo paese. E probabilmente lo vedremo nei prossimi anni, anche a danno dei nuovi candidati Moldavia e Ucraina". (ANSA).
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"Le scelte geopolitiche hanno sempre conseguenze, questo è stato l'ennesimo assist alla Russia", continua l'analista.
Posizione Ue verso i Balcani che va valutata "negativamente", illustra Fruscione. "Per molto tempo abbiamo giustamente criticato gli scarsi progressi nelle riforme a livello locale, ma da almeno tre anni Bruxelles si sta prendendo gioco dei candidati, in primis Albania e Macedonia del Nord, che sono oggi del tutto impotenti e non possono liberarsi dal limbo in cui sono caduti per colpa sia del veto bulgaro che delle proposte di riforma dell'allargamento del presidente francese" Macron.
Appare dunque realistico dire che "i Balcani sono stati ingiustamente abbandonati dalla Ue. A livello locale - chiosa Fruscione - la conseguenza sarà un'accelerazione della deriva autoritaria, in particolare in Serbia e una maggiore influenza da parte di attori terzi. Per l'Ue, l'incapacità di riformarsi in senso realmente collegiale la renderà sempre più ostaggio di veti di stampo politico di un singolo paese. E probabilmente lo vedremo nei prossimi anni, anche a danno dei nuovi candidati Moldavia e Ucraina". (ANSA).