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Ucraina: fino a dove si spingerà Putin?

Invasione russa iniziata da ormai un mese

23 marzo, 13:10
(ANSA-AFP) - PARIGI, 23 MAR - L'invasione dell'Ucraina decisa da Vladimir Putin ha incontrato una resistenza più dura e ha causato costi più elevati di quanto immaginasse il Cremlino, ma il leader russo potrebbe procedere imperterrito nel cercare di realizzare i propri obiettivi.

A un mese dall'invasione lanciata il 24 febbraio, Mosca ha dovuto affrontare pesanti perdite militari e sanzioni senza precedenti in cambio di progressi relativamente scarsi sul campo. Ma gli analisti affermano che una serie di fattori, tra cui il cambio di stagione e persino una nuova infornata di soldati di leva, potrebbero incoraggiare Putin a portare avanti l'operazione per i mesi a venire. Il suo scopo ultimo, secondo molti analisti occidentali e fonti del settore della sicurezza sentiti dall'agenzia Afp, resta il controllo dell'intero Paese, fino al confine polacco. Ma il progresso militare in stallo sul campo potrebbe incoraggiarlo a perseguire un accordo negoziale: la Russia potrebbe cercare di ottenere piccole concessioni da Kiev, per poi presentarle come una vittoria. Un obiettivo iniziale del Cremlino che sembra essere stato per ora accantonato, è il rovesciamento immediato del presidente Volodymyr Zelensky, con gli appelli al cambio di regime ora meno marcati nella retorica del Cremlino. "Il piano iniziale, che probabilmente era una guerra lampo per prendere il controllo di Kiev molto rapidamente e far cadere il governo ucraino, non ha funzionato", ha affermato Marie Dumoulin, direttrice del programma Wider Europe dello European Council on Foreign Relations (ECFR). "Il risultato più probabile ora è che Putin intensifichi i suoi sforzi e passi a una strategia di guerra 'sporca' per aumentare il costo umano per gli ucraini e costringerli a capitolare", ha aggiunto.

- 'Distruzione e punizione' - La tenace resistenza ucraina e le pesanti perdite inflitte alla Russia - che da settimane non ufficializza un bilancio delle vittime militari - segnalano che questa guerra è molto diversa dall'operazione di annessione della Crimea nel 2014 e dall'intervento del 2015 in Siria per rafforzare il regime di Assad. Nel frattempo, i canali negoziali sono aperti, con Zelensky che si dice pronto a parlare con Putin, mentre le delegazioni delle due parti hanno partecipato a diversi round di colloqui in Bielorussia, con la Turchia pronta a intervenire come mediatore. La Russia potrebbe ancora adottare misure come l'uso di armi chimiche o prendere di mira convogli umanitari, affermano gli analisti. Un altro fattore critico riguarda le truppe dell'alleato russo, la Bielorussia, se entreranno o meno in guerra nel tentativo di scardinare gli equilibri sul fronte settentrionale. "Putin pensa ancora" che la situazione "non andrà avanti nel modo attuale e che finirà per imporre la sua volontà, qualunque sia la resistenza" messa in campo dagli ucraini, ha detto Frederic Charillon, professore di relazioni internazionali all'università di Clermont Auvergne. Di fronte alle difficoltà dell'esercito russo sul campo e alla mole di sanzioni contro la Russia, Putin "si sta però muovendo sempre di più verso una guerra di distruzione e punizione", ha aggiunto. "La domanda non è tanto cosa vuole ottenere, ma come e a quale prezzo", ha affermato Tatiana Stanovaya, fondatrice della società di analisi R.Politik e studiosa del Carnegie Moscow Center. "Ci vorrà tempo, causerà più problemi, ma (Putin) è convinto di non avere scelta e di condurre una missione storica" ;;per ripristinare l'influenza russa.

- "La neutralità non basta" - Le richieste territoriali minime per la Russia - insieme alla rinuncia dell'Ucraina all'adesione alla Nato - potrebbero riguardare il riconoscimento ucraino della Crimea annessa da Mosca come parte della Russia e dell'indipendenza delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk. La Russia potrebbe anche mirare a prendere il controllo del territorio nel sud-est dell'Ucraina - e in particolare la città assediata di Mariupol - per collegare la Crimea alla Russia via terra. Le sue truppe potrebbero quindi proseguire verso ovest fino al porto di Odessa sul Mar Nero. Zelensky ha affermato che lo status della Crimea e delle regione separatiste filo-Mosca potrebbero essere discussi, ma a condizione che qualsiasi cambiamento importante dello status quo sia sottoposto a referendum, il che probabilmente minerebbe qualsiasi iniziativa del genere. Mentre le crescenti perdite russe potrebbero mettere Putin sotto una crescente pressione interna, finora non c'è stato alcun segno di divisione all'interno dell'élite russa. "La chiave per Putin sono il potere, la pressione e la vittoria", ha detto Abbas Gallyamov, ex scrittore di discorsi del Cremlino e ora consulente politico. "Non può tirarsi indietro senza avere qualcosa da dimostrare. "Ha bisogno di un accordo sulla neutralità dell'Ucraina. Ma questo ovviamente non basta. Vuole anche il riconoscimento della Crimea e delle repubbliche dei separatisti filorussi di Lugansk e Donetsk". (ANSA-AFP).

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