C'è un Dpcm del 26 luglio 2022 in
base al quale le Agenzie regionali di protezione ambientale
(Arpa) e le Asl, su richiesta dei dirigenti scolastici, sono
deputate al controllo della qualità dell'aria nelle aule delle
scuole, ma le stesse Arpa ritengono "impossibile adempiere a
tale incombenza normativa". La posizione unitaria delle agenzie
è stata rappresentata anche in sede di conferenza Stato Regioni.
E ora è il direttore generale di Arta Abruzzo, Maurizio
Dionisio, incaricato dall'ufficio di Presidenza del Sistema
nazionale di protezione ambientale, a spiegare, in una nota, "la
posizione di netta contrarietà espressa dalle Arpa rispetto alle
prescrizioni contenute nel decreto".
"Alla base del parere condiviso - si legge - c'è il fermo
convincimento che la norma non presenti elementi tali da
permettere alle Arpa i controlli preliminari indicati nel testo.
E ciò in ragione sia di una difficoltà tecnica sia
dell'impossibilità, dato l'elevato numero di edifici scolastici,
di riuscire a effettuare una serie di attività troppo
consistenti e complesse rispetto alle dotazioni di organico e
strumentazione tecnica di cui le arpa dispongono".
"Nonostante le maggiori Agenzie d'Italia abbiano già
esplicitato singolarmente il loro parere con comunicazioni
scritte, si è ravvisata la necessità di uniformare le posizioni
espresse in un unico documento condiviso. E' in fase di
elaborazione un testo unico di risposta che sarà inoltrato ai
dirigenti scolastici i quali hanno già indirizzato alle Asl e
alle Arpa la richiesta di monitoraggio preventivo degli ambienti
scolastici, come previsto dal contestato provvedimento".
"Il Consiglio del Sistema nazionale di protezione ambientale
ha espresso perplessità sul Dpcm relativo alla qualità indoor
degli ambienti scolastici - sottolinea Dionisio - Basti pensare
che nelle linee guida non sono neanche indicati i limiti degli
inquinanti da ricercare. Sarebbe come prevedere un reato senza
avere idea della pena da comminare. Quindi, oltre
all'impossibilità tecnica di eseguire quanto previsto c'è
l'impossibilità strumentale e di risorse. L'Arpa della Lombardia
ha fatto un calcolo di massima: ci vorrebbero 7 anni e mezzo".
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