Nei giorni scorsi è stato
presentato alle associazioni di categoria presenti in Consulta
Faunistica il calendario venatorio regionale. Al posto delle
attuali tre giornate fisse per la caccia al cinghiale in
battuta, si prospetta la possibilità di concedere due giornate
fisse (sabato e domenica) più una a scelta. Legambiente Molise
non condivide questa decisione, in quanto ritiene che "bisogna
dare ad altri fruitori dei boschi e della natura - appassionati
di trekking, cercatori di funghi e tartufi con regolare
permesso, o semplici escursionisti - la possibilità di poter
scegliere giornate en plein air quando le battute al cinghiale
non sono consentite".
"Senza voler ricordare le colpe del mondo venatorio e
l'immissione sconsiderata di cinghiali alloctoni, con
conseguente ibridazione, che è la causa principale di questa
situazione - prosegue l'associazione in una nota -, riteniamo
che non si risolva il problema della loro proliferazione
concedendo maggiore libertà di scelta ai cacciatori".
Legambiente Molise considera importante coinvolgere tutti gli
attori del territorio "al fine di realizzare le attività
gestionali (caccia, controllo, verifica e risarcimento dei
danni, raccolta delle informazioni, ecc.) sin dalla fase
organizzativa".
Infine conclude criticando la caccia come unica soluzione al
problema: "Le politiche venatorie applicate negli anni
precedenti sono le principali responsabili di questa situazione;
ciò vuol dire che la soluzione non può venire dalla caccia,
attività condotta per scopi ludici (impossibile definirla sport)
da operatori non professionali. A pagare le conseguenze di tale
stato di cose in questi anni sono stati gli agricoltori, che
aspettano da troppi anni il ristoro economico da parte della
Regione; quest'ultima deve accelerare il pagamento degli
indennizzi per i danni da fauna, al fine di dare una boccata
d'ossigeno alle aziende agricole".
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