(ANSA) - GENOVA, 31 GEN - Assonautica italiana, in
rappresentanza del sistema delle camere di commercio per
l'economia del mare e Assonat-Confcommercio, associazione
nazionale approdi e porti turistici, scendono nuovamente in
campo per ribadire che la direttiva Bolkestein non è applicabile
ai porti turistici e chiedono che "il governo operi una riforma
organica e sistematica del settore delle concessioni demaniali
marittime, con particolare riferimento alla portualità
turistica". "E' necessario che il sistema normativo che dovrà
regolamentare il settore portuale - sottolinea Luciano Serra,
presidente di Assonat - sia disciplinato in modo diverso
rispetto a quanto verrà disposto per gli altri tipi di
concessione, come espressamente previsto dalla stessa direttiva
Bolkestein che esclude, all'art. 2, comma 2, lett. D, dal
proprio campo di applicazione, i servizi nel settore dei
trasporti, ivi compresi i servizi portuali". Una normativa
diversa che dovrà tenere conto nelle gare anche dell'"interesse
di natura sociale, di sviluppo del territorio, non limitandosi a
quelli di natura economica" aggiunge Serra. E dovranno essere
riconosciuti "adeguati indennizzi" al concessionario uscente,
sia per i beni materiali che immateriali. Primo passo la
mappatura del demanio e delle coste italiane, poi "le giuste
distinzioni tra concessioni turistico balneari e nautica da
diporto e portualità - ripete il presidente di Assonautica
Giovanni Acampora -. L'assenza di una distinzione a livello
normativo tra concessionari avrebbe un forte impatto per le
imprese del settore. Per questo stiamo monitorando gli
emendamenti presentati in sede di conversione del decreto
Milleproroghe e partecipando al dibattito istituzionale".
(ANSA).
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