Una nuova "merenda operaia", questo
pomeriggio, al presidio dei lavoratori della Caterpillar di Jesi
in lotta per difendere lo stabilimento dalla chiusura. Dopo
Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli Cervi, il
15 gennaio, il presidio ha ospitato oggi Giorgio Cremaschi
dell'esecutivo nazionale di Potere al Popolo. Tanti i cittadini
presenti all'incontro, e tanti i familiari degli operai.
"Diciamo grazie a quei lavoratori che non si rassegnano e che
non accettano la vergogna della prepotenza del padrone che vuole
delocalizzare all'estero la produzione per guadagnare di più -
ha esordito Cremaschi -. Qui come in tante chiusure del periodo
non siamo di fronte ad una fabbrica in crisi, ma a licenziamenti
per profitti. E' una barbarie". Per Cremaschi, "lo sblocco dei
licenziamenti è stata una scelta criminale che getta all'aria
centinaia di migliaia di posti di lavoro", e in questa, come in
altre vertenze nazionali, "c'è bisogno dell'intervento della
politica". "E' mai possibile - ha detto - che una multinazionale
possa sputare in faccia al Mise e alla Regione? Nelle crisi
bisogna pretendere che ci sia intervento dello Stato e delle
Regioni, se un'azienda se ne va occorre che si creino insieme ad
essa le condizioni perché un'altra attività produttiva la
sostituisca e non si faccia terra bruciata ad ogni possibile
ingresso di realtà concorrenti". "Stiamo entrando nelle due
settimane più importanti della vertenza - ha fatto poi sapere
Tiziano Beldomenico della Fiom Marche -, il 23 scadrà la
procedura di mobilità che la proprietà ha aperto. Intanto, nei
prossimi giorni, ci saranno diverse visite di imprenditori forse
interessati all'acquisto. Aspettiamo di capire la serietà di
queste proposte, mai vorremmo fare un accordo che preveda un
piano industriale di due-tre anni senza garanzie per i
lavoratori. Intanto abbiamo chiesto alla proprietà di dare a chi
subentra una parte dei volumi di lavoro per garantire allo
stabilimento continuità produttiva".
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