L'anteprima di "Pour un oui ou pour
un non" di Nathalie Sarraute con Umberto Orsini e Franco
Branciaroli, regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi,
produzione Compagnia Orsini e Teatro degli Incamminati, il 26,
27 e 28 novembre apre la stagione di prosa del Teatro della
Fortuna di Fano. Dal 7 novembre Orsini e Branciaroli hanno
lavorato insieme al regista per l'allestimento di questa prima
nazionale. "Quest'opera - racconta Pier Luigi Pizzi - ha una
lunga storia che risale agli anni '80 quando vivevo Parigi dove
l'avevo vista e mi era piaciuta molto. Così avevo telefonato a
Umberto Orsini dicendo che c'era una pièce basata sulla parola e
che ne volevo fare una traduzione. Orsini se ne interessò, ma
per varie ragioni il progetto venne accantonato, anche se ogni
tanto usciva fuori dal cassetto. Oggi le cose sono cambiate, la
coppia di mezza età protagonista della commedia è interpretata
da due attori che la mezza età l'hanno passata, ma resta intatto
il loro duello di parole. Ho molte aspettative - conclude Pizzi
-, si è capito subito che la scelta era opportuna dal fatto che
nei primi cinque giorni di lavoro lo spettacolo si è montato
subito". "All'epoca - ricorda Umberto Orsini - era un testo
molto difficile da piazzare sul mercato per noi compagnie
private. La commedia si basa su un piccolo equivoco, le
intonazioni delle parole, che scatena una discussione tra due
amici che finiscono per tirar fuori gli scheletri dall'armadio e
che, forse, amici non sono. Dico che si tratta di un'opera
sofisticata e difficile che andrà incontro ad un sicuro
insuccesso - ha rilevato -. Però dopo la pandemia mi pareva
opportuno proporre un prodotto che bisogna scegliere per andare
a teatro. È un prodotto insolito nell'offerta teatrale di
quest'anno che è stato bene accolto visto che la programmazione
arriva fino a maggio del prossimo anno". Secondo Franco
Branciaroli il testo "tratta l'inaudito delle cose, tra uno che
si esprime come i poeti francesi Verlaine, Baudelaire e l'altro
che rimane scioccato nello scoprire che le parole non
definiscono più niente". Un gioco al massacro tra due vecchi
attori e amici, grandi manipolatori della parola, che stanno
sulla scena per un'ora e dieci minuti.
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