Dormire bene potrebbe aiutare
a prevenire malattie neurodegenerative, tra le quali
l'Alzheimer, oppure a ritardarne l'insorgenza. È quanto stanno
cercando di scoprire i ricercatori del laboratorio del sonno di
dell'università di Camerino (Macerata), guidati dal prof.
Michele Bellesi della Scuola di Bioscienze e Medicina
Veterinaria. In Italia i malati di Alzheimer sono circa il 4,5%
della popolazione over 65, percentuale che cresce fra gli over
80 anni. Il progetto Unicam ha ottenuto un importante
finanziamento da parte della fondazione inglese "Alzheimer's
Research UK", che consentirà ai ricercatori di testare, per la
prima volta, se il miglioramento della qualità del sonno possa
ritardare o bloccare l'insorgenza dell'Alzheimer e di altre
malattie neurodegenerative.
"Attraverso l'utilizzo di un modello transgenico animale che
sviluppa la malattia nelle sue caratteristiche principali, molto
simile a quella dell'uomo, - spiega il prof. Bellesi -,
verificheremo se, potenziando il sonno grazie all'utilizzo di
opportuni stimoli sensoriali durante specifici stadi del sonno,
riusciremo a frenare il decorso della malattia. Si potrebbe
aprire la strada allo sviluppo e applicazione di approcci che
sfruttano la stimolazione sensoriale durante il sonno, -
conclude - come letti oscillanti intelligenti o fasce audio
indossabili, che potrebbero rallentare la progressione della
malattia nelle persone affette da Alzheimer attraverso il
miglioramento della qualità del sonno".
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