Il 2021 si è aperto con prospettive
di rafforzamento dei livelli di attività del manifatturiero
italiano. Il rimbalzo atteso nel biennio 2021-2022 (+8.4 nel
2021 e +5.3 nel 2022, a prezzi costanti) e la spinta dei prezzi
porteranno il fatturato manifatturiero a superare la soglia dei
1000 miliardi di euro; nel periodo 2023-25, i ritmi di crescita,
pur rallentando, si manterranno sostenuti (+2.6% in media
d'anno, a prezzi costanti). E' quanto emerge dall'analisi dei
settori industriali realizzata da Prometeia e dalla direzione
Studi e ricerche Intesa Sanpaolo.
Il lockdown di marzo-aprile dell'anno scorso ha lasciato
un'eredità pesante, con una perdita di fatturato manifatturiero
nell'intero 2020 pari a 90 miliardi di euro circa, per un calo
tendenziale del 9,3% a prezzi costanti, ma inferiore alle
attese. A partire da maggio 2020, al termine della prima fase
dell'emergenza sanitaria, l'industria italiana ha registrato un
significativo rimbalzo. La recrudescenza dell'ondata pandemica
nei mesi autunnali ha sottoposto il manifatturiero a nuove
pressioni ma senza intaccare il sentiero di recupero. Spinte di
ripresa sono giunte sia dal mercato interno sia dai mercati
internazionali, dove le esportazioni italiane (-8.8% a prezzi
costanti nel 2020) hanno registrato una migliore capacità di
tenuta nel confronto con Germania (-9.1%) e Francia (-16%).
L'economia mondiale ha "svoltato. Ci sono una serie di
indicatori che stanno andando in positivo. La ripresa
globale c'è ed è più rapida delle attese, con un recupero
pre-covid prima del previsto", afferma Gregorio De Felice,
responsabile studi e ricerche Intesa Sanpaolo.
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