(di Marisa Alagia)
Storie locali, vere, identitarie
della cultura europea o dei singoli paesi, per rispondere alle
offerte delle piattaforme che puntano a un pubblico di centinaia
di milioni di persone ma proprio per questo devono mantenersi su
livelli standardizzati. Con il moltiplicarsi dei servizi offerti
con sistemi alternativi, i broadcaster tradizionali europei si
sono trovati di fronte alla sfida di come tenere e attirare
verso il piccolo e il grande schermo un pubblico sempre più
selettivo.
"Non ci può essere nessuna contrapposizione, le piattaforme
sono sicuramente importanti perché consentono di far vedere il
cinema ad un pubblico molto ampio - ha detto Paolo Del Brocco,
Ad Rai Cinema in uno degli eventi organizzati a Milano
nell'ambito di Prix Italia - Ma queste piattaforme devono andare
alla ricerca di prodotti nella media molto standardizzati per
accontentare i gusti di 100, 200 milioni di spettatori, noi
invece abbiamo una missione diversa, dobbiamo continuare una
produzione culturale che abbia caratteristiche locali perché il
prodotto europeo è molto identitario, veniamo da culture diverse
rispetto a quella anglosassone, americana e asiatica". "Noi
dobbiamo mettere al centro le nostre storie e i riscontri ci
sono - ha aggiunto - come vediamo per le fiction, i prodotti
della Rai che hanno sempre ascolti enormi".
La sfida investe soprattutto il cinema: "Si, lo si può vedere
pure su piattaforma, ma i film per il cinema nascono per essere
visti in una sala cinematografica" ha aggiunto Del Brocco.
Con i Panel di oggi il Prix Italia, inaugurato ieri alla
Scala, è entrato nel pieno dei lavori che si chiudono il 17 con
l'assegnazione dei premi. Molta l'attenzione del mondo dei
media, ma anche dei tanti giovani coinvolti nei progetti che
hanno riempito le sale del Palazzo delle Stelline. Tra gli altri
appuntamenti di oggi la tavola rotonda 'I media di servizio
pubblico e la coesione sociale', con il presidente del Prix
Italia Graham Ellis. Un incontro su come attuare una strategia
condivisa per la coesione sociale 'che sappia dare voce a tutte
le diversità presenti nella società', come emerge anche dalla
ricerca dell'Ufficio Studi della Rai che ha curato la tavola
rotonda.
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