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Ponte Genova: documenti procura aumentano invece di diminuire

Ponte Genova: documenti procura aumentano invece di diminuire

Tribunale sospende udienza e rinvia a domani

GENOVA, 28 novembre 2022, 15:24

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Colpo di scena al processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 14 vittime). I documenti che la procura doveva sfoltire sono aumentati passando da 22.355 files a 23.245. "Forse un problema informatico" ha detto la procura. Per capire cosa è successo il collegio giudicante ha sospeso l'udienza e rinviato a domani. Il 16 novembre i giudici avevano dato cinque giorni di tempo per sfoltire i circa 60 mila documenti depositati dai pubblici ministero Massimo Terrile e Walter Cotugno. Lunedì scorso i difensori degli imputati hanno preso i nuovi documenti che dovevano essere sfoltiti e i giudici avevano concesso altro tempo per prendere visione. Oggi la nuova sorpresa: invece che diminuire i documenti sono aumentati. Domani la procura spiegherà cosa è successo. Già oggi la procura ha comunque spiegato di avere tolto solo alcuni documenti ma di averne lasciato sostanzialmente immutato il "peso". Un comportamento che ai difensori non appare legittimo vista l'impossibilità per gli avvocati di potere consultare questa mole di materiale in tempi brevi .
    "Rovesciare questa montagna inesplorabile e insondabile - spiega l'avvocato Massimo Ceresa Gastaldo - significa stravolgere la fisionomia dell'accertamento e la sua funzionalità. Il tribunale ha il dovere di affrancarsi dalla logica 'per ora va tutto bene poi si vedrà' e chiedo di assicurare non fittiziamente il diritto alla prova. Non chiediamo di allungare i tempi, siamo i primi a non volerlo. Ma chiediamo modalità rispettose per il tribunale e le parti di esercitare i propri diritti e le proprie prerogative".
    Sono 58 le persone imputate tra ex dirigenti di Autostrade e Spea (la controllata che si occupava delle manutenzioni) e tecnici, ex e attuali dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del provveditorato delle opere pubbliche. Le due società sono uscite dal processo patteggiando circa 30 milioni. Secondo l'accusa tutti sapevano delle condizioni del Morandi ma nessuno fece nulla seguendo la logica del risparmio per garantire maggiori utili da distribuire ai soci.
   

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