Una fotografia rinvenuta nel telefono cellulare di un
cacciatore, nella quale "è ritratto, assieme a due compagni di
battuta, con tre caprioli morti stesi per terra in un'ampia
pozza di sangue, sorridendo nell'atto di sorreggere i palchi (le
cosiddette corna stagionali) di un esemplare maschio", costa
cara ad un imperiese accusato di bracconaggio nei cui confronti
ilTar della Liguria ha confermato come legittimi i provvedimenti
del Prefetto e del Questore di Imperia che gli hanno vietato di
detenere armi, ritirandogli la licenza di porto di fucile.
I giudici amministrativi hanno respinto il ricorso del
cacciatore e lo hanno condannato a pagare 2.500 euro di spese di
giudizio al Ministero dell'Interno. "Le violazioni delle norme
in materia di prelievo venatorio mettono in evidenza una
particolare propensione dell'esponente a non rispettare le
regole volte alla tutela della fauna selvatica e, quindi,
appaiono tali da incidere sull'affidabilità del soggetto e sulla
mancanza di buona condotta ai fini della revoca della licenza di
porto di fucile - spiega il Tar nella sentenza -. Le autorità
amministrative hanno legittimamente posto i richiamati elementi
indiziari e, specialmente, le immagini fotografiche a fondamento
dei provvedimenti oppugnati, a tutela della sicurezza pubblica e
nell'ottica di prevenire ogni pericolo per la pubblica e privata
incolumità. Il ricorrente è stato sottoposto a procedimento
penale per il reato di bracconaggio, in concorso, con l'accusa
di aver abbattuto illecitamente nel febbraio 2016 - unitamente a
due sodali - tre capi di capriolo, un maschio e due femmine".
I caprioli sono cacciabili esclusivamente in forma selettiva
da parte di cacciatori in possesso di speciale abilitazione
(selecontrollori), sulla base di appositi piani di abbattimento
e nei soli periodi dell'anno indicati nel calendario venatorio.
In particolare, nei mesi autunnali ed invernali i maschi non
possono essere uccisi. Il ricorrente, pur essendo
selecontrollore, non poteva cacciare nemmeno le femmine, non
essendo socio del Comprensorio Alpino Imperiese. Il tar nel
giudizio ha considerato anche un'informativa dei carabinieri
forestali di Triora, nella quale viene dato atto che il
ricorrente "è stato ripetutamente segnalato all'ufficio per atti
di bracconaggio". (ANSA).
Foto con caprioli e corna come trofeo, condannato bracconiere
Tar conferma divieto armi e revoca fucile a cacciatore Imperia
