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Uccisero padre: procura va in appello, escludere attenuante

Uccisero padre: procura va in appello, escludere attenuante

Motivazione 'contraddittoria e illogica' rispetto ricostruzione

GENOVA, 26 maggio 2022, 18:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Procura di Genova ha presentato ricorso in appello contro la sentenza che ha condannato a 21 e 14 anni di reclusione i due fratelli Alessio e Simone Scalamandré per l'omicidio del padre Pasquale, avvenuto nel quartiere di San Biagio a Genova il 10 agosto 2020.
    In otto pagine di ricorso, il sostituto procuratore Francesco Cardona, che aveva chiesto rispettivamente 22 e 21 anni di carcere, chiede che per Simone venga esclusa l'attenuante del contributo della "minima importanza" nell'esecuzione del reato, che ha consentito lo sconto di pena. Per il pm la motivazione con cui è stata concessa l'attenuante sarebbe "contraddittoria e illogica" rispetto alla ricostruzione dei fatti illustrata nella sentenza che evidenzia la "responsabilità in concorso dei due fratelli".
    Tra gli elementi principali valutati dalla Corte d'assise per la concessione dell'attenuante c'è un'intercettazione con una collega di lavoro dove il ragazzo, a pochi giorni dall'omicidio, ammette di aver partecipato al pestaggio del padre ma di non aver sferrato i 'colpi di grazia'. "Se l'affermazione di non aver partecipato ai 'colpi di grazia' può essere interpretata secondo un intento sminuente del proprio ruolo - scrive però il pm - tuttavia la stessa scelta dei termini utilizzati rivela certamente oltre l'intenzione del dichiarante - una sua partecipazione non marginale nello scontro fisico indicando come proprio limite solo gli ultimi colpi letali, a por fine alle sofferenze di cui lo stesso Simone era stato compartecipe".
   
   

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