"Le orchestre americane e inglesi
affrontano Gershwin, Bernstein e Stravinskij un po' come
un'orchestra italiana alle prese con l'opera italiana. E' un
vivere quel repertorio in modo naturale, è il loro linguaggio.
Qui bisogna lavorare di più non perché non lo conosciamo, ma
perché sembra facile e invece non lo è. Il problema è non solo
farlo bene, ma creare lo spirito di questi ritmi". Gianandrea
Noseda, direttore italiano ormai di casa negli Stati Uniti in
virtù dell'incarico di direttore musicale della National
Symphony Orchestra di Washington che ricopre dal 2016 e che
scadrà nel 2027, racconta così come ha guidato l'orchestra di
Santa Cecilia tra le pagine dei tre grandi compositori che
verranno proposte nel concerto il 1 dicembre alle 19:30
all'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone (repliche il 2
alle 20.30, e il 3 alle 18).
La serata 'made in Usa' si aprirà con il Concerto in Fa di
Gershwin, seguito dal Divertimento per orchestra di Bernstein e
dalla Sinfonia in tre movimenti di Straviskij, che in America si
trasferì americano nel 1939 e continuò a vivere
ininterrottamente fino alla morte, nel 1971. Noseda avrà al suo
fianco Jean-Yves Thibaudet, tra le più grandi stelle del
pianoforte, a suo agio anche nel repertorio jazz e nel mondo del
cinema. Il pianista francese interpreterà il Concerto in Fa di
Gershwin, tra suoi i compositori più amati ed eseguiti.
Leonard Bernstein, tra i massimi direttori e compositori del
'900, è particolarmente caro all'orchestra di Santa Cecilia. Il
maestro la diresse per la prima volta nel 1948 e ne fu il
presidente onorario dal 1983 fino al 1990, anno della sua morte.
"L'orchestra dell'Accademia Nazionale è straordinaria - ha
osservato Noseda - e anche i giovani musicisti sono tutti di
altissimo livello e portano nuove energie. La sua grande qualità
è la flessibilità nella produzione e nel gusto del suono. Con le
orchestre straniere devo lavorare di più per trovare il suono
giusto per quello che devo fare".
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