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Renato Zero, la politica oggi non parla più alla gente

Renato Zero, la politica oggi non parla più alla gente

Sei sere al Circo Massimo: "Sul palco è come tornare a scuola"

ROMA, 23 settembre 2022, 20:15

Redazione ANSA

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Una festa lunga sei sere. Per quella che doveva essere la celebrazione per i 70 anni e che, causa pandemia, è diventata quella per i 70+2. Ma l'attesa non ha intaccato l'entusiasmo di Renato Zero, felice ed emozionato come un bambino il giorno di Natale di tornare sul palco, in mezzo ai suoi sorcini, fedeli da più di 50 anni. "E' come riprendere gli studi dopo averli abbandonati anzitempo. Il palcoscenico è una realtà impegnativa, laddove ci si distacca anche per poco devi ricominciare con la postura, con la stabilità emotiva. Ma la pompa me regge ancora e ne approfitterei", dice con quel suo tono sempre ironico poco prima di salire sul palco per quelle che promette saranno tre ore di musica, ma anche di vita, di emozioni condivise, di speranze.
    "La fiducia e la stima che ottengo dal pubblico è la risposta migliore per la mia presenza qui. Da me hanno bisogno di cibo, di un supplemento che li aiuti a superare i momenti difficili.
    Anche se io spesso ho affondato il coltello nella piaga, confrontandomi con la solitudine, con l'inquietudine. Come tanti prima di me: Guccini, De André, De Gregori, Leonard Cohen, Bob Dylan. Non voglio avvicinarmi a quelle vette, ma un bravo artista ha il dovere di inserirsi nelle problematiche esistenziali".
    I sei concerti romani cadono a cavallo delle elezioni politiche. "La coincidenza non mi ha toccato minimamente. Anche io sono stato votato dai miei fan e rimango qui sei sere". E Renato non si tira indietro, su quello che è e su quello che potrebbe essere. "Stavamo tanto bene con Draghi che finiva il suo mandato. Che fretta c'era di votare? Qualcuno voleva lasciare in tutta fretta? Andiamo al voto come se facessimo la schedina del totocalcio, senza conoscere nessuno. Abbiamo avuto Almirante, Togliatti, Nenni, Saragat, politici che si facevano conoscere nel bene e nel male. La forza di quell'Italia lì era nei politici che andavano nelle borgate, che dialogavano. Ora trovo offensivo che dopo un mandato abbiano la pensione. E che dall'altra parte si paghino bollette da 600 euro. Vogliamo la pace e un governo che consideri le esigenze degli operai, degli studenti. Non si può scegliere se comprare il pane o pagare il gas".
   

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