È necessario scrivere uno "statuto
dei lavoratori dello spettacolo" a garanzia di tutti gli
operatori e dell'arte stessa. Lo afferma il trombettista jazz
Paolo Fresu rilevando che il lungo stop dovuto al settore dalla
pandemia ha fatto emergere un limite che va superato con norme
ad hoc, che già esistono in altri paesi come la Francia, perché
"non è sufficiente la sola presa di coscienza" delle difficoltà
che sono emerse in tutti i lavoratori dello spettacolo, una
categoria molto colpita per non aver potuto lavorare e che non è
stata riconosciuta. "Per tutti noi, e non solo chi sale sul
palco ma anche chi sta dietro - dice - è stato molto molto
difficile. Siamo lavoratori intermittenti, servono
ammortizzatori sociali. Il mondo dello spettacolo è stato
decimato: è un danno per tutto il paese e per l'arte". Fresu
tiene a sottolineare che "non tutti sono ripartiti, molti
continuano ad avere difficoltà, alcuni hanno dovuto chiudere.
C'è tanta incertezza, non è chiaro il futuro e ora la curva dei
contagi sta risalendo". È stato un periodo buio per il settore,
anche se nelle proprie case i lavori artistici e la creatività
non si sono fermati, e il ritorno alla normalità passa, a suo
avviso, per la vaccinazione: "È necessario vaccinarsi, a breve
farò la terza dose. Se tutti fossimo vaccinati potremo investire
nel futuro. Va capito che siamo tutti legati l'un l'altro".
Progetti per il futuro, anche a lungo termine, non mancano per
l'artista sardo; fra questi, un disco con musica cubana insieme
al pianista Omar Sosa; l'organizzazione degli eventi per
festeggiare nel 2024 i 40 anni del Paolo Fresu Quinte; pensare
al programma per il prossimo Festival di Berchidda (7-16 agosto
2022), suo paese natale, quando compirà 35 anni e che "avrà un
tema molto coraggioso con al centro il pianeta. Il 16 dicembre a
Roma terrà un concerto per Medici senza Frontiere.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA