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L'Insurtech italiano arranca, 38 milioni investiti dal 2020

IIA, Italia fanalino di coda in Ue con l'1% di capitali raccolti

Redazione ANSA MILANO
(ANSA) - MILANO, 25 MAG - L'Italia resta fanalino di coda in Europa nel mercato dell'Insurtech. Dei 300 round di investimenti che hanno interessato startup Insurtech in Europa dal 2020 al 2023, solo il 5% ha coinvolto realtà italiane, che hanno raccolto meno dell'1% dei capitali complessivamente investiti. E' quanto emerge da uno studio realizzato da Italian Insurtech Association (IIA) e astorya.vc, primario Insurtech Investor europeo, presentato in occasione dell'evento "Insurtech Startup Scene: investing in Insurtech". Con 38 milioni investiti dal 2020 a oggi e 13 deal annunciati, secondo lo studio, l'Italia non evidenzia un trend in linea con gli altri Paesi europei, che registrano una crescita degli investimenti in startup Insurtech (dal 22% del 2019 al 32% dello scorso anno). A guidare la crescita sono Francia, Germania e Uk. "In Italia continua a pesare l'incertezza generata dal contesto macroeconomico a cui si aggiunge - secondo i dati raccolti da IIA e dall'Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano - l'aumento di investimenti in progetti Insurtech interni alle grandi compagnie: +112% rispetto al 2021". Lo scorso anno nel Paese gli investimenti in startup Insurtech sono rallentati, con 10,1 milioni investiti contro i 420 milioni della Francia. La decrescita ha comportato anche una diminuzione del numero di startup fondate in Italia: 37,5% in meno nel 2022 rispetto al 2020. "La scarsa raccolta di capitali in startup riflette come la digitalizzazione del mondo assicurativo italiano sia ancora indietro rispetto alla domanda che arriva dal cliente", evidenzia l'associazione italiana dell'Insurtech, aggiungendo che per l'82% delle 111 startup operanti in ambito Insurtech in Italia, mappate da IIA, è quindi fondamentale aumentare la raccolta di capitali. "La ritrosia a investire da parte dei venture capital e delle compagnie evidenzia la difficoltà del mercato di comprendere le potenzialità dei nuovi strumenti tecnologici, indispensabili per rimanere competitivi" (ANSA).
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