Questa settimana gli azzurri di
Mancini si devono accontentare delle amichevoli con Albania e
Austria. Ma domenica, per la partita inaugurale dei Mondiali,
tra Qatar ed Ecuador, ci sarà un pezzo d'Italia come
protagonista dell'evento planetario.
La gara si svolgerà, infatti, all'Al-Bayt Stadium, costruito
in joint venture da un pool di imprese tra cui Cimolai Spa di
Pordenone, che ha realizzato e montato le gradinate superiori,
le membrane e l'intera copertura in acciaio, compreso il tetto
mobile largo 100 metri, lungo 160 metri e pesante 25 mila
tonnellate, che si estende da una parte all'altra del terreno di
gioco.
L'enorme copertura impiega circa 20 minuti per aprirsi e
chiudersi in due metà verso il centro del campo attraverso
sofisticati meccanismi, e può anche essere traslata totalmente
verso nord, per favorire una maggiore penetrazione del sole e
consentire l'illuminazione del manto erboso.
Per costruire l'intera struttura, Cimolai ha impiegato oltre
30mila tonnellate di acciaio, realizzando tubi di diametro
variabile fino a 813 mm, negli stabilimenti di San Giorgio di
Nogaro, Monfalcone, Polcenigo e Roveredo in Piano, tutti comuni
del Fvg.
Nei cinque anni di lavoro in Qatar, a partire dal 2016,
Cimolai Spa ha coinvolto 450 persone, tra ingegneri, supervisori
e tecnici specializzati, impiegati nelle varie fasi di
trasformazione, montaggio e completamento dell'opera.
Lo stadio Al Bayt rappresenta solo l'ultimo esempio di grandi
impianti sportivi calcistici realizzati da Cimolai dopo lo
Stadio Olimpico di Atene per le Olimpiadi del 2004, l'FNB
Stadium di Johannesburg per i Mondiali del 2010 in Sudafrica, lo
Stadio Nazionale di Varsavia, in Polonia, per gli Europei del
2012, la VTB Arena di Mosca e, in Italia, la Dacia Arena di
Udine.
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