(ANSA) - DUBAI, 07 DIC - Del negazionismo sul coronavirus "se
ne parla come fosse un grande problema, ma i problemi sono
altri: sono le varianti, raggiungere con i vaccini il terzo
mondo e le zone in cui non si è arrivato. In questo caso,
l'informazione, e non credo solo italiana, non sta facendo bene
al progresso della lotta al virus". Ad affermarlo è il
compositore Premio Oscar Nicola Piovani, che in un'intervista da
Expo 2020 Dubai riflette sulla situazione della pandemia in
Italia. Il paragone tra il lager e i vaccini "è ridicolo,
idiota, ma è servito alla visibilità. Su questo bisogna fare una
riflessione", ha aggiunto. "Sono immagini che colpiscono, e
soprattutto in questo momento dobbiamo sforzarsi di concentrarci
sulla sostanza dei fatti e non sull'apparenza".
Quello che è successo con la pandemia "mi ha toccato, come ha
toccato tutti nel periodo del lockdown, dove l'informazione era
un bollettino di morte, un periodo terribile. Poi, mi ha toccato
sul piano personale: ho fatto esperienza molto pesante del Covid
che mi è costata più di 5 settimane di isolamento ospedaliero",
racconta il compositore. "Dall'esperienza personale sono uscito
rafforzato in tanti aspetti. Il primo, nel disprezzo dei
negazionisti, e il secondo nell'amore per le cose importanti e
il desiderio di lasciare indietro gli aspetti superflui della
vita, anche nell'aspetto musicale", aggiunge. "Ora viviamo
un'altra fase che però ha un punto nero che non sono i no-vax,
perché sono pochi", mentre "il 96% degli italiani è favorevole"
alle vaccinazioni.
Piovani sarà protagonista a Expo 2020 Dubai per tre serate,
dall'8 al 10 dicembre, con "La musica è pericolosa -
concertato", un racconto in cui musica e parole si intrecciano
per narrare i percorsi che hanno portato il Premio Oscar a
fiancheggiare il lavoro di De André, di Fellini, di Magni, di
registi spagnoli, francesi, olandesi, a comporre per il teatro,
il cinema, la televisione, per cantanti e strumentisti. 'La
musica è pericolosa' "è una frase di Fellini che si riferisce
alla pericolosità gioiosa che c'è nella bellezza", dice Piovani.
"La musica lo è in modo particolare, perché non avendo verbi e
sostantivi non parla di niente, eppure - dice Fellini - è capace
di strangolarti di emozioni. Questa cosa gli dava panico, un
piccolo panico che secondo me è il sale dell'esistenza".
"Una delle note più fascinose del lavoro che faccio" è
"andare a suonare col pubblico, lo diciamo al singolare ma ci
sono i pubblici e non sono uguali", dice il compositore,
riflettendo su come sarà il concerto di fronte alla platea
multiculturale di Expo. "La cosa affascinante è vedere che ci
sono punti identici, da Londra a Dubai, da Frosinone a
Stoccolma" e poi, "c'è una parte che è molto differente e quindi
mi emoziona e soprattutto mi incuriosisce".
Quando si parla di bellezza, "si parla di un tema complesso",
sottolinea Piovani commentando lo slogan del Padiglione Italia:
'La Bellezza unisce le persone'. "La bellezza che piace a me è
quella pericolosa, che richiede concentrazione. Per farsi
attrarre da una bellezza vera bisogna un po' impegnarsi: quando
sei di fronte a un poeta che non capisci, o a una musica che non
capisci. Quando fai lo scatto, e scopri quelle bellezze che ti
erano nascoste prima, c'è la bellezza collegata allo stupore e
c'è la gioia di essere al mondo".
I progetti futuri di Piovani "riguardano molto poco il
cinema. Già da tempo, ho fatto la riflessione che avendo già
musicato più di 200 film, anche basta". Si tratta di "una
riflessione profonda, che negli ultimi tempi avevo fatto con
Ennio Morricone. Tra l'altro il cinema sta prendendo una piega
molto differente da quando ho cominciato, è venuto il tempo di
dedicarmi ad altro". E tra i progetti, "ho scritto un piccolo
brano sinfonico per l'orchestra di Santa Cecilia proprio per
Expo, e andrà in scena una mia opera al Teatro Verdi di Trieste.
Sto scrivendo dei concerti per flauto e orchestra da suonare in
una serata vivaldiana". Infine "una cantata sinfonica sulle
Eumenidi di Eschilo", un testo "di un'attualità sconcertante,
sulla fine della guerra, che chiede a gran voce che a scontrarsi
non siano le armi ma le parole".
"Ci sono diverse manifestazioni che riportano il titolo 'la
bellezza può salvare il mondo'. Io non lo so, qualche dubbio ce
l'ho, però ho una certezza: che la bruttezza può distruggere il
mondo. Anche se non riusciamo a dedicarci alla bellezza, ma
cominciamo a opporci alla bruttezza, alle devastazioni del
pianeta, tra cui quelle climatiche, stiamo sulla buona strada",
conclude. (ANSA).