(ANSA) - DUBAI, 29 NOV - Da novembre l'Iran ha nuovamente
aperto i confini ai viaggiatori che vogliono visitarlo.
Dall'inizio dell'Expo di Dubai ad Ottobre il Padiglione iraniano
ha puntato tutto sul rilancio del turismo, che aveva permesso di
allentare in parte la crisi economica in cui versa la
popolazione.
Il Padiglione dalle pareti composte da centinaia di palline
di argilla cotta appese e dentro il quale i visitatori possono
fare esperienza della tradizionale tessitura di tappeti, bere
tisane e sciroppi, ma sopratutto conoscere i 24 monumenti nella
lista del Patrimonio mondiale Unesco, da Persepoli alla piazza
di Isfahan, dai fiabeschi giardini di Shiraz alla Chiesa di San
Taddeo e San Bartolomeo nel nord-ovest, dal deserto di Lut,
punto più caldo della Terra, fino alle foreste ircane del Mar
Caspio.
Il Padiglione Iraniano all'Expo puntava sul mostrare le
bellezze naturali e i percorsi turistici che si potevano
compiere nel paese con l'obiettivo di promuoverne il turismo che
effettivamente a poco più di un mese dall'inizio
dell'Esposizione Universale è ripreso in Iran.
Il titolare dell'agenzia Persia Viaggi di Teheran Davood
Abbasi spiega: "Dopo 21 mesi di chiusura al turismo, decisi per
precauzione dallo stesso governo iraniano, dal 1 Novembre è
nuovamente possibile visitare l'Iran; bisogna richiedere il
visto turistico nelle ambasciate e nei consolati iraniani nel
mondo - in passato lo si poteva richiedere direttamente in
aeroporto - ed è obbligatorio fornire, oltre all'ordinaria
documentazione, anche un documento che dimostri che il turista
abbia ricevuto almeno 2 dosi di vaccino".
Tuttavia il decreto in vigore in Italia valido fino al
prossimo 15 dicembre relega l'Iran nella lista delle nazioni
dove non è possibile recarsi per turismo.
Nei pochi giorni della riapertura, sono timidamente ripresi i
viaggi nella nazione, prosegue, per lo più da nazioni limitrofe
e poi da Russia, Francia e Svizzera.
La firma degli accordi nucleari nel 2015 aveva portato quello
stesso anno a 5 milioni di turisti, fino al record degli 8
milioni del 2019; dopo la pandemia, nel 2021, si è giunti a meno
di 500 mila stranieri entrati nella nazione, per ragioni di
lavoro e di cura. (ANSA).