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Con RePower prestiti ai Paesi non solo su energia

Anche l'Italia potrà usare i fondi extra per altri capitoli di spesa

Redazione ANSA

BRUXELLES - I 225 miliardi di prestiti del Recovery non ancora richiesti dai Paesi Ue e inseriti nel piano RepowerEu potranno essere usati anche per capitoli di spesa diversi dall'energia. Lo riferiscono fonti Ue, secondo le quali anche chi, come Italia, Romania o Grecia, ha esaurito la sua quota di prestiti dal Next Generation Eu potrà fare richiesta di risorse extra e destinarle a target non vincolati all'energia. Il vincolo di spesa per l'energia, spiegano le stesse fonti, vale solo per i 20 miliardi di sovvenzioni provenienti dai ricavi Ets e dai possibili trasferimenti di risorse dai fondi di coesione e dalla Pac.

Quando il nuovo regolamento sul RePower otterrà l'avvallo politico dei leader Ue ed entrerà in vigore, i Paesi che non hanno ancora fatto richiesta dei prestiti avranno 30 giorni per dire se ne vogliono usufruire oppure no. Chi vorrà richiederli dovrà inviare, nei mesi successivi, un Pnrr aggiornato con un addendum dedicato al RePower. La Commissione potrà quindi determinare come redistribuire l'eventuale quota finale di prestiti non richiesta anche ai Paesi come l'Italia che hanno già raggiunto il tetto previsto dal Pnrr, pari al 6,8% del reddito nazionale lordo. Le decisione sull'utilizzo dei prestiti spetterà poi alle capitali. Bruxelles, sottolineano le fonti, incoraggerà gli Stati membri a tenere conto degli obiettivi del RePower, ma non si aspetta che tutti i prestiti siano destinati alla spesa per l'energia.

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