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Rider: RitmoLento chiede immobile pubblico a Comune Bologna

Rider: RitmoLento chiede immobile pubblico a Comune Bologna

"Porto franco per lavoratori, luogo di aggregazione"

BOLOGNA, 30 giugno 2022, 11:52

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Uno spazio di aggregazione e socialità, provvisto di una scuola sindacale, un consultorio per chi subisce molestie o violenze sul lavoro, uno sportello per il lavoro autonomo e di orientamento e servizi utili ai rider precari, come una ciclofficina, accesso a ricarica per cellulari, servizi igienici, spazi di coworking e una biblioteca sociale, tra gli altri".
    È questo il cuore della richiesta che il circolo Arci bolognese RitmoLento, in rete con diverse realtà sindacali e studentesche, rivolge al Comune di Bologna. "Abbiamo bisogno di uno spazio sociale - spiega il sindacato RidersXiDiritti - che dia la possibilità ai rider e ai lavoratori precari della città di riunirsi in un luogo sicuro, creando percorsi di aggregazione dal basso.
    "La domanda che presentiamo al Comune di Bologna è il frutto di un percorso collettivo iniziato il 6 maggio scorso durante l'assemblea ad Ateliersi, con il progetto 'Puntiamo allo Spazio'", ha spiegato il presidente di RitmoLento Valerio Tuccella. "Dopo la pandemia, varie problematiche preesistenti dei rider e dei lavoratori precari si sono acuite, altre si sono create". "Lo spazio che chiediamo al Comune sarà un luogo non solo per i rider: riunirà anche le altre esperienze - femministe, transfemministe, sociali ed ecologiste - di RitmoLento".
    Nato nel 2016 nella vecchia sede di via San Carlo a Bologna, il circolo Arci RitmoLento ha chiuso nel 2020 "per l'impossibilità di coprire i costi in tempo di pandemia". "Ma la comunità che si riconosceva in quei luoghi è viva e vegeta", ha sottolineato Tuccella. Le interlocuzioni con il Comune di Bologna in vista di un'eventuale assegnazione non sono ancora partite, "ma - chiarisce l'associazione - siamo fiduciosi che inizierà già a partire dai prossimi giorni". Oltre a RidersXiDiritti, sostengono l'iniziativa (tra gli altri) Tech Workers Coalition, ADI Bologna, Acta Bologna, Sessfem, La MalaEducacion, Link Bologna e Unione degli Studenti.
   

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