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Dmitry Matvienko debutta al Teatro Comunale di Bologna

Dmitry Matvienko debutta al Teatro Comunale di Bologna

Il 4 dicembre al Teatro Manzoni col pianista Alessandro Albanese

BOLOGNA, 01 dicembre 2021, 12:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si chiude con il debutto di un altro giovane talento l' 'Autunno Sinfonico' del Teatro Comunale di Bologna: il 4 dicembre alle 20.30 all'Auditorium Manzoni il direttore d'orchestra trentunenne Dmitry Matvienko sale per la prima volta sul podio dell'Orchestra del teatro felsineo.
    Proveniente dalla Bielorussia, Matvienko è recentemente balzato agli onori delle cronache per aver vinto il prestigioso concorso Malko di Copenhagen, nonché il Premio della Critica al Concorso Cantelli, ripartito nel 2020 dopo quarant'anni di pausa in occasione del centenario della nascita del direttore Guido Cantelli.
    Per il debutto bolognese, Matvienko propone le insolite ma fascinose Danze di Galanta di Zoltán Kodály. Meno celebre del connazionale e amico Bela Bartók, anche Kodály si dedicò allo studio e alla raccolta, prima con trascrizioni, poi con vere e proprie registrazioni, del ricchissimo e secolare patrimonio folklorico locale. Tra i frutti di questo instancabile lavoro figurano anche le Galántai táncok, in cui le antiche melodie tzigane tipiche di Galanta, città in cui l'autore magiaro trascorse parte della sua infanzia, rivivono nella ricchezza timbrica e nel vitalismo della sintesi che ne fa Kodály. A seguire il Concerto per pianoforte e orchestra N. 2 in la maggiore di Franz Liszt, interpretato ancora una volta da Giuseppe Albanese, che conclude così il ciclo dei due concerti pianistici lisztiani per la stagione del Comunale. Il programma della serata si conclude la Sinfonia N. 2 in re maggiore di Jean Sibelius: eseguita per la prima volta a Helsinki nella primavera del 1902, con lo stesso compositore sul podio, venne da subito accolta con entusiasmo per la mirabile fusione tra una luminosità quasi mediterranea, dovuta probabilmente al recente soggiorno a Rapallo, e la tensione caratteristica dei paesaggi nordici più familiari al compositore finlandese.
   

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