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Strage Bologna: Cartabia, polvere si sta diradando

Bonaccini: 'Non passa il dolore, ma non ci arrenderemo mai'

"Oggi lo Stato rinnova il più solenne impegno per giungere all'accertamento i fatti. Non ci può essere giustizia senza accertamento pieno delle responsabilità: per questo l'attività procede. La polvere che rivestiva i corpi martoriati, quella polvere che troppo a lungo ha coperti molteplici responsabilità oggi quella polvere si sta diradando e lascia nuovi contorni e nuovi profili dell'accaduto". Lo ha detto, in un passaggio del suo intervento alle commemorazioni della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, il ministro della Giustizia, Marta Cartabia. "Di questo - ha puntualizzato - va dato merito all'attività dell'associazione dei familiari delle vittime, all'impegno della Procura Generale di Bologna e di tutti i magistrati. C'è la vicinanza dell'intero Governo e l'impegno a fare concretamente la nostra parte, la mia parte per offrire tutto il sostegno necessario nel lavoro di accertamento delle responsabilità".

"La scelta di essere qui oggi accanto a ciascuno di voi, non solo a titolo personale è per testimoniare il bisogno di ascoltare ancora le vostre voci, il vostro lavoro, le vostre testimonianze. Il Governo è qui presente per testimoniare la sua vicinanza".

"Bologna - ha detto ancora la ministra - sappia di poter contare su di me e su tutto il ministero per quanto è nella mia competenza. Il processo attualmente in corso che fa compiere un salto in avanti verso la ricostruzione dei fatti è una necessità per l'intera storia del Paese. La stazione Bologna è uno snodo, non solo uno snodo ferroviario e geografico, è uno snodo storico dell'intera storia d'Italia". "E' per questo - ha osservato - che condivido fino in fondo e faccio mia la richiesta dei familiari delle vittime per una piena piena attuazione della direttiva che favorisce il disvelamento dei documenti tutt'ora coperti dal segreto di Stato ed è per questo che sarà rinnovato il protocollo per la digitalizzazione dei processi di interesse storico". Questo, ha argomentato ancora, "è uno strumento fondamentale per le nuove indagini ed è fondamentale per la trasmissione. Occorre trasmettere la memoria di quanto accaduto alle nuove generazioni perché - ha concluso Cartabia - la consapevolezza civile è la migliore prevenzione a ogni eventuale tentativo di degenerazione della nostra convivenza civile in forme di odio e di violenza che non vogliamo più vedere".

"Gli anni passano - ha detto ai familiari Stefano Bonaccini - ma non passa certo il dolore, la sofferenza e il bisogno di piena verità. Dolore per 85 vite spezzate, 200 feriti, per chi è sopravvissuto e porta dentro di sé ferite insanabili. Dolore di un'intera comunità e istituzioni, che non si arrenderanno mai finché non si arriverà alla piena verità". 

Sulla verità, ha aggiunto il governatore, "oggi ci sono speranze grazie al processo ai mandanti, che può rappresentare un passo in avanti decisivo. Se ci si è potuti arrivare è grazie all'impegno dell'associazione delle vittime. Sappiate che l'Emilia-Romagna vuole arrivare alla piena verità a partire dai mandanti. Sappiate che sarà sempre al vostro fianco". 

"Il vostro è un esempio tenace di virtù e impegno civico, per affermare la verità completa su attentatori, mandanti, persone infiltrate nello Stato che hanno cercato di depistare indagini". Lo ha detto il sindaco di Bologna Virginio Merola, rivolgendosi ai familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980, nel cortile del Comune. "E' in corso un processo decisivo - ha aggiunto - frutto dell'impegno dell'associazione, che non ha mai desistito dal chiedere la verità completa".

Il messaggio di Mattarella - Quarantuno anni fa la città di Bologna e con essa la Repubblica vennero colpite al cuore. Un attentato dinamitardo, ad opera di menti ciniche che puntavano alla destabilizzazione della democrazia italiana, provocò una terribile strage in cui morirono donne e uomini inermi, bambini innocenti. Lo afferma il capo dello Stato sergio Mattarella in una nota. "I bolognesi e gli italiani - prosegue - seppero reagire con sofferto coraggio, offrendo solidarietà a chi aveva bisogno di aiuto, di cure, di conforto. Affermando un forte spirito di unità di fronte al gesto eversivo diretto contro il popolo italiano. Sostenendo nel tempo le domande di verità e di giustizia, che, a partire dai familiari, hanno reso la memoria di questo evento disumano un motore di riscatto civile e un monito da trasmettere alle generazioni più giovani.

L'impegno di uomini dello Stato, sostenuti dall'esigente e meritoria iniziativa dell'Associazione tra i Familiari delle vittime, ha portato a conclusioni giudiziarie che hanno messo in luce la matrice neofascista della bomba esplosa la mattina del 2 agosto 1980. Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è, ancora, l'impegno di ricerca di una completa verità. La Repubblica ha saputo respingere la strategia di questi criminali, difendendo i principi di civiltà conquistati con la lotta di Liberazione.

La vicinanza, che rinnoviamo a quanti sono stati colpiti negli affetti più preziosi da tanta ferocia, costituisce anche pegno per il futuro, affinché il patrimonio di valori e di umanità, che sta alle fondamenta della nostra società, sia percepito sempre più come un bene comune indivisibile».

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