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Vincenzo Agnetti, suonare le pause con il 'Neg'

Vincenzo Agnetti, suonare le pause con il 'Neg'

Fu utilizzato per la realizzazione di una sola opera nel 1970

BOLOGNA, 07 maggio 2021, 13:46

Redazione ANSA

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Una mostra a Bologna, grazie al lavoro svolto nel 2019 dall'Archivio Vincenzo Agnetti in collaborazione con l'azienda Recipient.cc di Milano, il Neg: concepito e brevettato dall'artista e poi costruito in collaborazione con l'azienda di elettronica Brionvega nel 1970, il Neg è stato utilizzato per la realizzazione di una sola opera, 'Vobulazione e Bieloquenza Neg', video a quattro mani con Gianni Colombo creato in occasione della mostra Telemuseo a cura di Tommaso Trini alla Triennale di Milano, e perduto dopo la morte dell'artista, nel 1981. La mostra, 'Vincenzo Agnetti. Neg: suonare le pause', a cura di Luca Cerizza, viene proposta da oggi al 13 giugno negli spazi del Padiglione de l'Esprit Nouveau, nell'ambito di Art City Bologna e promossa dall'Istituzione Bologna Musei.
    Nel video Agnetti e Colombo lavorano due macchine e segnali diversi. Il pattern di base adottato dal primo viene modificato attraverso il "Vobulatore", uno strumento elettronico tramite cui è possibile deformare il segnale televisivo; Agnetti utilizza invece il Neg per rivelare le pause all'interno di un testo da lui stesso pronunciato che spiega l'opera e la funzione stessa del Neg. Nelle parole dell'artista il Neg è un "rivelatore di pause", "un pausometro", uno strumento per fare della "musica in negativo".
    Agnetti ha infatti modificato un giradischi stereofonico per far sì che, in mancanza di suono che lo attraversasse, la macchina producesse un rumore bianco che desse così rilevanza al silenzio, alle pause della musica o del discorso. Frutto di un'operazione concettuale, il Neg nasce dalla riflessione critica sulla società e sul consumo, e dall'interesse sviluppato da Agnetti a cavallo tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta per il tema del 'negativo'.
   

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