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Museo della Scienza, porte aperte nei depositi

Migliaia gli oggetti, dalla Vespa da Record al biciclo Lallement

di Marzia Apice MILANO

MILANO - La Vespa da Record, il biciclo di Lallement, il supercomputer Cray, la strumentazione da laboratorio di Giulio Natta, e poi ancora tanti altri oggetti più o meno antichi, di uso quotidiano o professionale, utilizzati per sport o diletto, che, a migliaia, raccontano la storia e l'evoluzione del nostro Paese dal punto di vista scientifico e tecnologico: dal 24 luglio per la prima volta il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano renderà accessibili al pubblico le sue Collezioni di Studio, grazie a un progetto ancora in corso - sostenuto dalla Regione Lombardia - di riorganizzazione dei depositi ubicati nel Padiglione Aeronavale, resi ora fruibili.

Fino al 28 agosto si potrà scoprire l'immenso patrimonio italiano - di epoca antica, moderna e contemporanea - proveniente dal mondo della ricerca, dell'industria, delle istituzioni della scuola e da singoli cittadini, partecipando a visite guidate organizzate ogni sabato alle 11.30. Il progetto, che in futuro avrà un andamento progressivo, punta alla valorizzazione di migliaia di oggetti che fino a ora non sono stati visibili: su 19.000 beni totali del Museo, infatti, ne sono esposti solo 2.700, numeri che testimoniano quanto i depositi siano spazi vitali di sviluppo, custodi di un prezioso sapere immateriale di storie, conoscenze, gesti ed esperienze. Grazie alle Collezioni di Studio (i cui lavori di ammodernamento dei depositi sono stati svolti durante i mesi del lockdown), avranno quindi una "nuova vita" pezzi finora mai visti o visti pochissimo, e anche alcuni materiali relativi al secondo Novecento, che sono poi quelli più a rischio di dispersione non solo per lo straordinario sviluppo tecnico-scientifico e la rapida obsolescenza degli strumenti e dei macchinari, ma perché gli stessi produttori hanno faticato a riconoscere lo status di patrimonio culturale a questa eredità.

"La vasta campagna di riordino archivistico del patrimonio storico del Museo della Scienza e Tecnologia può contare sul sostegno di Regione Lombardia. L'inaugurazione del progetto Collezioni di Studio è il frutto di un lungo lavoro realizzato per rendere accessibili e fruibili crescenti porzioni dei beni documentali conservati nei depositi. È altresì la dimostrazione che nemmeno nel periodo più difficile per la cultura per effetto dell'emergenza pandemica si sia smesso di progettare la ripartenza con creatività e lungimiranza", ha affermato Stefano Bruno Galli, assessore all'Autonomia e Cultura di Regione Lombardia partecipando alla presentazione del progetto. "Collezioni di Studio è un'area dedicata a funzioni di conservazione, studio e ricerca su oggetti afferenti a numerosi ambiti tecnico-scientifici. Si sviluppa su una superficie di 2800 metri quadrati e accoglie circa 7.800 beni. È un contesto vivo, in costante evoluzione, dove s'intrecciano esperienze e competenze diverse. Un luogo intimamente connesso a significati profondi dell'istituzione museale - ha spiegato Marco Iezzi, curatore Trasporti e responsabile Depositi del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia -. Il lavoro fatto finora ha permesso di renderne visitabile un'ampia porzione e ci auguriamo che questo contribuisca a offrire una visione ulteriormente articolata della realtà in cui lavoriamo ogni giorno".

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