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Una storia nell'arte, la passione della famiglia Marchini

Una storia nell'arte, la passione della famiglia Marchini

All'Accademia di San Luca 130 opere e 77 artisti dal '900 a oggi

ROMA, 17 gennaio 2022, 19:31

di Marzia Apice

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Una storia nell 'arte, la passione della famiglia Marchini - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una storia nell 'arte, la passione della famiglia Marchini - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una storia nell 'arte, la passione della famiglia Marchini - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - L'infanzia non rassicurante, con il mare minaccioso e il cielo scuro, secondo Alberto Savinio ne L'isola dei giocattoli (1930), l'immaginario onirico e spiazzante che evoca Freud ne La science des rêves (1950) di René Magritte, e poi la visione reale ma al tempo stesso interiore de I sassi (1938) di Fausto Pirandello, il realismo popolare ed erotico della Ragazza sul golfo (1933) di un giovanissimo Renato Guttuso, l'intensità dolente dello Studio per Vecchia seduta (1930) di Otto Dix. È una mostra concepita per esaltanti contrasti "Una storia nell'arte. I Marchini tra impegno e passione", allestita a Roma all'Accademia di San Luca negli spazi di Palazzo Carpegna dal 18 gennaio al 22 aprile.

A cura di Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Flavia Matitti e Italo Tomassoni, con il coordinamento di Gianni Dessì, l'esposizione delinea per il visitatore la vicenda storica e umana di Alvaro Marchini e della sua famiglia, vissuta tra imprenditoria (nel campo dell'edilizia), politica (Marchini, comandante partigiano e medaglia d'argento della Resistenza, è stato cofondatore della società che editò L'Unità, organo del Pci), ma anche arte, con un'instancabile attività nel collezionismo e con la fondazione a Roma della galleria La Nuova Pesa, punto di riferimento per generazioni di artisti. Articolato in 130 opere (77 sono gli artisti, di cui solo 9 donne), il percorso propone una narrazione visiva capace di documentare molti degli stili e delle tematiche sviluppatisi nell'arte dal '900 a oggi, con numerosi pezzi importanti tra dipinti e sculture, e una sezione dedicata a foto storiche con alcuni dei principali protagonisti della cultura del nostro Paese. Dall'opera più antica, il Ritratto di Ettore Roesler Franz a Villa d'Este di Giacomo Balla del 1902, a quella più recente, l'installazione Albacini di Andrea Aquilanti del 2022, la mostra si sviluppa a partire dalla Galleria accademica al terzo piano e poi prosegue lungo la rampa del Borromini, attraversando il Salone d'Onore, fino al giardino, al portico e alle sale del piano terra, permettendo non solo di ammirare la bellezza di Palazzo Carpegna, ma anche la possibilità di scoprire il dialogo interessante nato tra i lavori selezionati e quelli appartenenti alla collezione permanente dell'Accademia. Il progetto espositivo riflette e sintetizza l'impegno, la passione e l'intraprendenza di un uomo e della sua famiglia, nel fermo obiettivo di dare il proprio contributo all'Italia che nel dopoguerra cercava tra entusiasmo e difficoltà di ripartire, liberandosi dall'arretratezza e riconquistando la libertà, dopo la tragedia della guerra.

Nelle sei, dense e tutte ragionate, sezioni della mostra, ecco quindi rappresentata l'esperienza artistica della Nuova Pesa, che nel 1959 Alvaro Marchini aprì in un locale a via Frattina, e che poi dall'autunno 1961 spostò in via del Vantaggio: una galleria attivissima, attorno alla quale si condensò il dibattito culturale e artistico di quegli anni intrisi di passione estetica ed ideologica, e nella quale si cercò di "rinegoziare" il peso degli artisti figurativi, a favore di quel realismo all'epoca trascurato e messo da parte. La Nuova Pesa con la sua attività febbrile e ricca, coinvolgendo un gruppo di artisti e intellettuali di livello, da Antonello Trombadori a Renato Guttuso, da Corrado Cagli a Pier Paolo Pasolini, da Alberto Moravia a Carlo Levi, testimoniò nella sua prima stagione (dal 1959 al 1976, quando poi venne chiusa) l'importanza del collezionismo privato e si batté in prima linea per diffondere l'idea di un'arte essenziale per la crescita della collettività. Nel 1985, un mese dopo la morte del padre Alvaro, la figlia Simona riaprì la galleria, con lo stesso nome ma cambiando sede, questa volta a via del Corso, dando vita a una nuova storia artistica, che ancora continua e che prosegue la volontà paterna di essere "testimone" del proprio tempo attraverso la valorizzazione dell'arte. La mostra è realizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e il CIAC, Centro Internazionale Arte Contemporanea di Foligno, dove dal 20 maggio al 21 agosto 2022, verrà ospitata una selezione delle opere qui presentate, a cura di Italo Tomassoni.

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