(di Gina Di Meo)
(ANSA) - NEW YORK, 08 FEB - Da movimento di persone ignorate
e snobbate dal punto di vista creativo a fenomeno commerciale e
sociale che ha rivoluzionato il mondo della musica, della danza,
dell'abbigliamento e del design. Si tratta dell'Hip Hop,
originatosi nel quartiere newyorkese del Bronx e che quest'anno
compie 50 anni. Un traguardo significativo i cui sviluppi nel
corso di cinque decadi vengono esplorati attraverso oltre 200
fotografie in mostra da Fotografiska su Park Avenue. 'Hip Hop:
Conscious, Unconscious' (fino al 21 maggio 2023), in
collaborazione con la rivista Mass Appeal, e curata da Sacha
Jenkins e Sally Berman, rispettivamente responsabile creativo e
ex direttrice della fotografia della rivista, cattura tutti i
momenti che hanno segnato la storia dell'Hip Hop, dalle sessioni
improvvisate nel Bronx fino ad un'industria multimiliardaria,
oltre a tracciare il ruolo che la fotografia ha avuto nel
dominio mondiale da parte del genere musicale.
"I fotografi - ha spiegato Jenkins - erano, per così dire, le
ostetriche che hanno aiutato (metafora per far nascere, ndr) sia
coloro che ne erano parte sia quelli al di fuori a capirne il
valore". Gli scatti fotografici, tra gli altri, riportano
indietro nel tempo, a quando negli anni '70, in una New York in
cui la criminalità proliferava e il denaro non era mai
abbastanza, la creatività era tuttavia ai massimi e la
gioventù, nel tentativo di essere qualcuno e di emergere da
quartieri considerasti di serie B, cominciò a fare comunella nei
parchi e a danzare e a registrare come se si trovare in uno
studio vero e proprio.
La nascita ufficiale dell'Hip Hop viene fatta risalire
all'agosto del 1973 quando un'adolescente di origini giamaicane,
di nome Cindy Campbell, chiese al fratello più grande di fare da
DJ ad una festa di quartiere per raccogliere soldi per dei
vestiti. La ragazza cominciò a distribuire volantini ed ad
invitare persone nella sala ricreativa di un condominio nel West
Bronx per vedere l'esibizione del fratello noto con il nome DJ
Kool Hero, il quale mixava abilmente dischi reggae a quelli
funk, rock e disco. "Con Hip Hop: Conscious, Unconscious - ha
detto all'ANSA. Amanda Hajjar, direttrice delle mostra a
Fotografiska New York - si impara in profondità la storia di
come l'Hip Hop ha avuto i suoi inizi a New York e poi è
cresciuto e si è evoluto attraverso l'obiettivo dei fotografi.
L'energia degli anni '70, che ha dato vita al fenomeno, è
dinamicamente catturata attraverso reportage fotografici di quel
periodo, prima che l'Hip Hop prendesse coscienza di se stesso
(da qui Unconscious nel titolo, ndr). Negli anni '80 e '90 c'è
il passaggio alla produzione di album, di conseguenza arrivano i
soldi, si crea una moda e soprattutto si crea fiducia in quella
cultura. Quella consapevolizza viene rivelata attraverso scatti
più recenti (quindi Conscious, ndr). La mostra non manca di
evidenziare il valore che le donne hanno dato alla cultura
dell'Hip Hop. Tra gli scatti più significativi un ritratto
regale di Queen Latifah, i cui inni femministi 'Ladies First' e
'U.N.I.T.Y' hanno denunciato l'aumento dell'aggressività e della
misoginia nei testi dell'Hip Hop agli inizi degli anni '90.
(ANSA).
