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Appello vignaioli, dealcolati non rientrino in categoria vino

La Federazione scrive al ministro Lollobrigida

Redazione ANSA ROMA

 - Nessuna contrarietà alla bevanda in sé, ma parere assolutamente negativo sul fatto che questi prodotti possano rientrare nella categoria vino: è la posizione, in sintesi, di Fivi- Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti - sui vini dealcolati, comunicata ufficialmente con una nota al ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

La Fivi informa in una nota - che la "dealcolazione dei vini, prevista dal Reg. 2117/2021, si sta ora definendo in sede ministeriale, e desta grande preoccupazione la possibilità prevista dalla normativa europea di dealcolare, solo parzialmente, anche i vini a indicazione geografica (Do e Ig)". E' sottolineato inoltre che "ancora più preoccupante il fatto che ciò avvenga in concomitanza con la revisione del sistema delle indicazioni geografiche in sede europea, nella quale è attualmente previsto un passaggio di competenze dalla Dg Agri all'Euipo che ridurrebbe le denominazioni ad un puro marchio commerciale, depotenziandone il ruolo di tutela". "Il vino- commenta Lorenzo Cesconi, presidente Fivi è espressione irripetibile di un territorio, di un clima, di una geografia specifici, è frutto di un processo naturale che l'uomo accompagna in campagna e in cantina con competenze e tecniche frutto di secoli di esperienza. Un procedimento tecnologico aggressivo come quello della dealcolazione va di fatto a snaturare il prodotto originale, rendendolo altro da ciò che era. Fare rientrare due prodotti così differenti nella medesima categoria rischia dunque di creare una sovrapposizione pericolosa, togliendo al vino il suo valore, in termini sia economici che culturali". (ANSA).

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