Tra i formaggi, ci sono caci millenari, come il fiore sardo dei pastori, che risale addirittura alla civiltà nuragica, e il conciato romano, il formaggio campano citato da Plinio il vecchio e da Marziale nel I secolo d.C. E poi straordinari formaggi alpini - come lo storico ribelle, il bagoss di Bagolino, il Castelmagno d'alpeggio - e le paste filate del sud, dalla mozzarella nella mortella campana al caciocavallo podolico del Gargano, in Puglia, dalla vastedda del Belìce alle provole dei Nebrodi e delle Madonie, in Sicilia.
"Mettere a punto l'Atlante Gastronomico dei Presìdi ha richiesto un lavoro di squadra straordinario che ha coinvolto ogni angolo della rete italiana di Slow Food - ha spiegato Serena Milano, segretaria generale della Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus -. Il nostro progetto ha un valore politico, perché le scelte di ognuno di noi, anche come consumatore, sono atti politici; ma è soprattutto un viaggio divertente, attraverso l'Italia più bella".
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