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Alta cucina giapponese Kaiseki a Roma

Apre Kohaku, piatti non fusion ma i sapori light di Hosaka e Sud

Redazione ANSA ROMA
(ANSA) - ROMA, 01 FEB - Nella cucina giapponese proposta finora in Italia piatti fusion ad alto effetto estetico ma con poche radici nella tradizione gastronomica del Sol Levante. Che a Hosaka e nelle prefetture meridionali è un equilibrio di sapori light che valorizzano l'alta qualità delle materie prime, da una semplice carota al caviale. E' questo il segreto dell'alta cucina kaiseki che a Roma trova espressione da Kohaku, nuovo ristorante in zona via Veneto con due proposte fine dining, a caldo e freddo. L'ambiente ricorda le case tradizionali di Kyoto Creato dalla giovane imprenditrice Sabrina Bai, vengono proposte due differenti esperienze di degustazione a cura di altrettanti chef giapponesi: il puro kaiseki a opera dello chef Hideyuki Matsushitae il kaiseki sushi dello chef Kazuaki Kawane in un rituale di preparazione a vista davanti all'avventore. Lo scambio è culturale e gastronomico al contempo.

."Qui si viene per provare un elegante pasto della tradizione che si snoda attraverso un importante percorso che alterna tante portate gastronomiche, ideate e realizzate da due chef del Sol Levante specializzati nel Kaiseki",racconta Sabrina Bai, proprietaria e guida di Kohakuche, nella lingua nipponica vuol dire ambra. "L'ambra è una pietra dalla "perfetta imperfezione" (o "wabi sabi"), criterio che sta alla base del canone estetico giapponese e che si è sviluppato unitamente alla cucina kaiseki nel XII secolo. E come l'ambra, bellissima, si forma lentamente dalla resina, goccia dopo goccia, così il progetto culinario di Kohaku avrà bisogno del suo tempo per essere pienamene compreso e radicarsi. Sono sicura che i romani e non solo non vorranno perdere l'occasione di vivere, senza doversi spostare dalla città, un'esperienza gastronomica autentica vocata all'alta cucina giapponese, che permette anche di compiere la scoperta della cultura del Sol Levante, partendo dalla tavola", conclude la proprietaria. Sabrina Bai ha una vera vocazione per la ricerca culinaria: nel 2019 ha aperto Shiroya, anch'esso ristorante della tradizione giapponese, ma in stile Izakaya, la trattoria nipponica. (ANSA).

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