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Vulcani, il supercomputer aiuta a prevedere un'eruzione

Vulcani, il supercomputer aiuta a prevedere un'eruzione

Con 5 mesi di anticipo rispetto al risveglio del Sierra Negra, nel 2018

06 giugno 2022, 09:35

Redazione ANSA

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Le isole Galapagos con i loro cinque vulcani (il Sierra Negra è il quarto partendo dall 'alto) (fonte: ESA, CC BY-SA 3.0 IGO) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le isole Galapagos con i loro cinque vulcani (il Sierra Negra è il quarto partendo dall 'alto)  (fonte: ESA, CC BY-SA 3.0 IGO) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le isole Galapagos con i loro cinque vulcani (il Sierra Negra è il quarto partendo dall 'alto) (fonte: ESA, CC BY-SA 3.0 IGO) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il potente aiuto dei supercomputer ha permesso di prevedere, con ben cinque mesi di anticipo, l’eruzione vulcanica del Sierra Negra nelle isole Galapagos, risvegliatosi il 26 giugno 2018. Il risultato è stato ottenuto grazie al modello predittivo elaborato da ricercatori guidati dall’Università statunitense dell’Illinois a Urbana-Champaign, che lo hanno testato con le elevatissime prestazioni di calcolo dei supercomputer iForge e Blue Waters: questi dispositivi sono in grado di eseguire rispettivamente mille miliardi e un milione di miliardo di operazioni al secondo. Lo studio, pubblicato sulla rivista Science Advances, permette di fare un grosso passo avanti in una delle sfide più grandi della vulcanologia.
Il modello predittivo delle eruzioni vulcaniche, messo a punto dai ricercatori guidati da Patricia Gregg, aveva già attirato l’attenzione per aver ricreato con successo l'inaspettata eruzione del vulcano Okmok in Alaska, avvenuta nel 2008. Per testare il nuovo aggiornamento, gli autori dello studio hanno scelto di concentrarsi sul vulcano del Sierra Negra, che è un ottimo banco di prova: “Si tratta di un vulcano ben-educato”, commenta Gregg, “perché prima di ogni eruzione mostra tutti i segni rivelatori che ci aspetteremmo di vedere, come emissioni di gas e aumento dell’attività sismica”.
I supercomputer hanno portato a termine il compito a gennaio 2018: “Il nostro modello prevedeva che la forza delle rocce che contengono la camera magmatica del Sierra Negra sarebbe diventata molto instabile tra il 25 giugno e il 5 luglio", spiega ancora Gregg, "con conseguente elevata probabilità di eruzione”. Il risveglio del vulcano, quindi, è avvenuto con un solo giorno di ritardo rispetto alla data prevista. Secondo i ricercatori, lo studio mostra il potere di incorporare nella ricerca pratica il calcolo ad alte prestazioni, finora non disponibile per la comunità delle previsioni vulcaniche.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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