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Le stelle più comuni invecchiano lentamente

Le stelle più comuni invecchiano lentamente

Sono le nane bianche, possono avere una seconda vita

06 settembre 2021, 18:05

Redazione ANSA

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Nane bianche nell 'ammasso globulare NGC 6397 (fonte: NASA Hubble) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nane bianche nell 'ammasso globulare NGC 6397 (fonte: NASA Hubble) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Nane bianche nell 'ammasso globulare NGC 6397 (fonte: NASA Hubble) - RIPRODUZIONE RISERVATA

A sopresa, alcune delle stelle più comuni nell'universo, le nane bianche, possono continuare a bruciare idrogeno rallentando così il loro invecchiamento. La scoperta fatta da un gruppo di ricerca internazionale coordinato dall'italiano Francesco Ferraro, dell'università di Bologna e associato all'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), è pubblicata sulla rivista Nature Astronomy.

Il risultato stravolge un assunto fondamentale sul ciclo di vita di queste piccole stelle. "Per definizione - ha detto Ferraro all'ANSA- le nane bianche sono stelle in cui non avvengono più reazioni nucleari, ma i dati indicano chiaramente l'esistenza di alcune nane bianche che conservano ancora un sottilissimo strato di idrogeno che dà vita a processi di fusione".

Le nane bianche sono l'ultima fase del ciclo di sviluppo di stelle piccole e medie, come il nostro Sole, e si ritiene rappresentino la stragrande maggioranza di tutti i corpi celesti, fino al 98%. Le stelle piccole e medie, infatti, quando esauriscono il loro combustibile si 'gonfiano' fino ad espellere gli strati più esterni, mentre al centro rimane un nucleo nudo ormai inerte, molto caldo, ma in cui non avvengono più reazioni nucleari. Le nane bianche vanno così gradualmente a raffreddarsi fino a spegnersi del tutto, in forma sempre identica e lineare. Almeno così si riteneva finora.

Analizzando le immagini ripresa dal telescopio spaziale Hubble di due distinti ammassi stellari, Messier 3 e Messier 13, considerati praticamente identici tra loro, i ricercatori hanno scoperto per la prima volta delle piccole anomalie che però dimostrano che non tutte le nane bianche invecchiano allo stesso modo.

"La nostra scoperta - ha precisato Ferraro - dimostra che alcune nane bianche sono in grado di trattenere un sottilissimo strato di idrogeno, dell'ordine di un decimillesimo della massa del Sole ma sufficiente per permettere una minima attività termonucleare che consente di produrre ancora un po' di energia, rallentando così il processo di spegnimento e di raffreddamento, in pratica rallentando il loro invecchiamento".

Il segreto sarebbe scritto nel loro passato: a guidare questo differente invecchiamento sarebbe un processo di 'rimescolamento' dei gas della stella che avviene nella transizione che porta alla nascita della nana bianca. In stelle con massa iniziale più piccole della media l'idrogeno riesce in parte a conservarsi e consentire così un 'ringiovanimento'.

La scoperta stravolge quindi i meccanismi usati finora per stimare l'età di queste stelle in funzione della sola luminosità, un errore che può portare a fraintendere l'età di una stella anche di 1 miliardo di anni.

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