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Laboratorio di giornalismo scientifico

Laboratorio di giornalismo scientifico

di Fabio Petrucci, classe 3°B, Istituto Tecnico Enrico Fermi

27 novembre 2014, 00:13

Redazione ANSA

ANSACheck

Dedicato alla radioastronomia il laboratorio di giornalismo scientifico organizzato presso il Planetario di Modena - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dedicato alla radioastronomia il laboratorio di giornalismo scientifico organizzato presso il Planetario di Modena - RIPRODUZIONE RISERVATA
Dedicato alla radioastronomia il laboratorio di giornalismo scientifico organizzato presso il Planetario di Modena - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alcune classi in occasione del progetto “Il mese della Scienza” si sono recate presso il Planetario Civico “F.Martino” di Modena per assistere alla presentazione di vari argomenti che vertevano sull’astronomia e la radioastronomia.

La giornata si è svolta con la presentazione degli esperti: Pierluigi Giacobazzi, direttore del Civico Planetario “F.Martino” di Modena, Enrica Battifoglia, responsabile del canale Scienza e Tecnica dell’agenzia ANSA e Rita Maramaldo, biologa e presentatrice degli argomenti trattati nell’incontro del 22 Ottobre.

L’astronomia è la scienza il cui oggetto è l'osservazione e la spiegazione degli eventi celesti. Studia le origini e l'evoluzione degli oggetti che formano l'universo e che possono essere osservati sulla sfera celeste. I corpi celesti che attraversano o che stazionano nello spazio possono essere molteplici, buchi neri, pianeti, stelle, pulsar, quasar ecc.

Dopo la definizione di astronomia e di ciò che lo studio dello spazio cosmico comporta, si è introdotto più specificatamente che cosa sono i quasar e i buchi neri. Un quasar (contrazione di QUASi-stellAR radio source) è un nucleo galattico attivo estremamente luminoso e generalmente molto distante dalla Terra. Questa particolare formazione celeste viene studiata basandosi su rilevazioni radio a banda larga. Molte di queste rilevazioni spaziali si regolano sull’intercettazioni di onde di diverso tipo, come: infrarosso, microonde, radar e onde radio a lunghezza d’onda variabile.
Molti strumenti che si utilizzano per lo studio di queste onde sono addirittura utilizzati anche nella vita di tutti i giorni sul nostro pianeta. Un esempio possono essere le TV e le radio che sfruttano onde a diversa frequenza e lunghezza d’onda per trasmettere informazioni, messaggi, immagini o video a lunga distanza con estrema precisione. Apparecchi che sfruttano questo tipo di onde possono essere: i GPS, i telefoni cellulari, le antenne e gli stessi satelliti che inviano segnali in tutto il mondo utilizzando i diversi tipi di onde sopra riportati.

Un altro interessante corpo celeste è il buco nero, il buco nero e una formazione con un incredibile massa e forza attrattiva a cui nulla può sfuggire o sottrarsi al suo risucchio gravitazionale, nemmeno la luce. La particolarità dei buchi neri è che al momento della caduta al loro interno di materiale come: pianeti, stelle, meteore o qualsiasi aggregazione celeste, questi corpi rilasciano onde elettromagnetiche su banda radio che vengono percepiti dalle parabole o dai radiotelescopi come quello di Bad Münstereifel-Effelsberg con un antenna di 100 metri di diametro o quello a Socorro (Nuovo Messico) chiamato Very Large Array (VLA), USA.

La radioastronomia è lo studio dei fenomeni celesti attraverso la misura delle caratteristiche onde radio emesse da processi fisici che avvengono nello spazio. All’interno della spiegazione della scienziata Maramaldo, si sono toccati argomenti di attualità, uno di questi è la scoperta di soli pochi anni fa (2 Novembre 2012) di un impulso proveniente dallo spazio profondo. All’osservatorio Arecibo, a Puerto Rico, il più grande e sensibile radiotelescopio del mondo, è stato captato un breve impulso spaziale che eliminerebbe ogni dubbio sull’esistenza di queste onde provenienti da oltre la nostra galassia. Questa scoperta ha riaperto le discussioni sulle tesi che sostengono la presenza di forme di vita oltre la nostra, in altri sistemi planetari o addirittura in altre galassie.

La visita è continuata presso l’osservatorio solare. Si è preso in esame il riflesso sulla parete, del sole, nel quale in questa particolare immagine si poteva notare una macchia solare. Una macchia solare è un insieme di materiale incandescente che avendo una temperatura inferiore al materiale solare circostante che noi percepiamo come luminoso, lo fa sembrare più scuro, da cui il nome di macchie solari.

Dopo l’osservazione della macchia solare abbiamo concluso l’esperienza con una breve lezione quasi a carattere ricreativo all’interno della cupola, è susseguita la visione e la spiegazione dei punti cardinali e di come orientarsi attraverso le costellazioni come quelle dell’Orsa minore, del Gran carro e della Cintura d’Orione.

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