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Bucce dei frutti e fichi d’india rivivono in scarpe e occhiali

Bucce dei frutti e fichi d’india rivivono in scarpe e occhiali

Riuso e riclico per la moda, alla Maker Faire Rome

10 ottobre 2022, 10:37

Redazione ANSA

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Occhiali ottenuti dalle pale dei fichi d 'India (foto di Leonardo De Cosmo) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Occhiali ottenuti dalle pale dei fichi d 'India (foto di Leonardo De Cosmo) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Occhiali ottenuti dalle pale dei fichi d 'India (foto di Leonardo De Cosmo) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Trasformare piante infestanti e scarti di lavorazione della frutta in occhiali e scarpe di design: sono alcuni dei progetti presentati da Altamoda, alla Maker Faire Rome organizzata da Camera di Commercio di Roma, nell’ambito di R3Circle – Riuso, Riciclo, Rigenero un progetto per promuovere processi e materiali innovativi nello spirito della sostenibilità e dell’economia circolare.

“Per gli agricoltori pugliesi le piante di fico d’india sono considerate un vero e proprio infestante e quindi un rifiuto della lavorazione agricola. La nostra idea è stata di trasformare le pale, in pratica le ‘foglie’, in un un materiale per realizzare le montature degli occhiali”, ha spiegato Cristiano Ferilli, di Ferilli Eyewear. Una volta raccolti gli scarti delle sfoltiture dei campi le pale dei fichi d’india vengono disidratati e posti in strati per formare delle lamine compatte che vengono modellate in montature degli occhiali in cui vengono anche usate lamine di betulla e legno delle botti di barrique del vino ormai dismesse. Ne nasce un occhiale unico, ognuno ha una trama originale, e capace di valorizzare uno scarto in un accessorio di moda.

Analoga filosofia è dietro alla linea di scarpe Id.Eight, un progetto nato nel 2020 grazie a un crowdfunding che utilizza scarti di lavorazione della frutta per produrre buona parte dei materiali, ad esempio bucce e torsoli delle mele risultanti dall’estrazione dei succhi vengono biopolimerizzati per diventare una sorta di pelle sintetica oppure le suole che nascono utilizzando in parte suole di vecchie scarpe. 

 

Scarpe ottenute dagòli scarti di lavorazione nella frutta (fonte: Altaroma)

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