La ricerca scientifica va in orbita con Vega, il nuovo lanciatore dell'Agenzia spaziale europea (Esa). Grazie ai costi contenuti e alla flessibilità delle sue missioni, il nuovo vettore rende lo spazio finalmente accessibile anche a università e centri di ricerca, che possono cosi' lanciare i loro piccoli satelliti per l'osservazione della Terra e il monitoraggio ambientale.
''Questo significa che molti studiosi e ricercatori europei possono avere i loro esperimenti dal vivo nello spazio nell'ambito di una vera missione'', commenta Francesco Caio, amministratore delegato di Avio, il gruppo aerospaziale italiano che riveste un ruolo chiave nel progetto Vega.
Già nel suo primo volo di qualifica, il nuovo lanciatore dell'Esa porterà molta scienza italiana nello spazio. Il carico principale è rappresentato da Lares (Laser Relativity Satellite), una missione 'low cost' ideata dalla Scuola di ingegneria aerospaziale dell'universita' di Roma La Sapienza per misurare con grande precisione alcuni effetti previsti dalla teoria della relativita' generale.
Nasce invece a Bologna l'AlmaSat-1 (Alma Mater Satellite), una missione educativa dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) realizzata dagli studenti dell'università di Bologna per testare alcune nuove tecnologie a basso costo. Il primo carico di Vega sara' completato anche da ''sette CubeSats - aggiunge Francesco Caio - satelliti di dimensioni molto ridotte sviluppati da universita' e centri di ricerca europei''. Due di questi sono 'made in Italy': si tratta di E-St@r, del Politecnico di Torino, e UniCubeSat-GG, realizzato dal gruppo Gauss della Scuola di ingegneria aerospaziale dell'universita' di Roma La Sapienza.
