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Covid: Gentile, non sequenziare ha conseguenze sui pazienti

Covid: Gentile, non sequenziare ha conseguenze sui pazienti

L'uso dei monoclonali richiede l'identificazione rapida della variante

18 gennaio 2022, 11:33

Redazione ANSA

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Le seuqenze del virus SarsCoV2 necessarie per decidere la terapia (fonte: Gerd Altmann da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le seuqenze del virus SarsCoV2 necessarie per decidere la terapia (fonte: Gerd Altmann da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Le seuqenze del virus SarsCoV2 necessarie per decidere la terapia (fonte: Gerd Altmann da Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Fare il sequenziamento del virus SarsCoV2 in circolazione è importante per poter prescrivere le terapie giuste ai pazienti giusti, in quanto alcuni farmaci che vanno assunti precocemente sono più efficaci contro la Omicron e altri contro la Delta. Lo rileva l'infettivologo Ivan Gentile, dell'Università Federico II di Napoli.

"Da diverse settimane stanno circolando in Italia prevalentemente due varianti, la Delta e la Omicron e, pur sapendo che a stretto giro la Omicron prevarrà a causa della sua maggiore contagiosità, non conoscere puntualmente le percentuali di circolazione di entrambe le varianti ha risvolti clinici significativi". Secondo l'esperto "il problema maggiore risiede nella terapia dei pazienti con Covid-19" perché "un'arma preziosa nel ridurre la probabilità di evoluzione della malattia in forma grave è rappresentata dalla somministrazione degli anticorpi monoclonali ad attività neutralizzante. Tali farmaci, infatti, se somministrati entro i primi giorni dall'inizio dei sintomi, consentono di ridurre la probabilità di ospedalizzazione e morte del 70-80%".

Gentile osserva che "gli anticorpi monoclonali vanno somministrati nei pazienti con infezione lieve o moderata, ma con fattori di rischio che rendono probabile un peggioramento nei giorni successivi" e che "dei tre anticorpi monoclonali disponibili, solo uno, il sotrovimab, ha mostrato attività sulla variante Omicron, mentre tutti e tre sono efficaci sulla variante Delta". Per questo, osserva l'infettivologo, "conoscere la variante nel singolo o, perlomeno, avere una fotografia aggiornata dei tassi di circolazione delle due varianti è necessario per scegliere la terapia più adatta e personalizzarla per ottenere la migliore efficacia, soprattutto nei soggetti a rischio di malattia grave, come i pazienti trapiantati, oncologici, molto anziani o con comorbidità importanti".

Sequenziare di più, infine, rappresenta sempre un valore aggiunto anche per il clinico. Vuol dire, in altre parole, disporre di una conoscenza più approfondita del nostro nemico e quindi poter correlare quadri clinici, efficacia di approcci terapeutici e di strategie profilattiche con la o le varianti circolanti e prevedere eventuali ulteriori scenari legati a nuove varianti che possono selezionarsi".

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