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Scoperto gene che regola la risposta immunitaria

Scoperto gene che regola la risposta immunitaria

Telethon, apre porte a nuove cure per malattie infettive e tumori

ROMA, 15 luglio 2021, 12:10

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scoperto un gene che regola il rilascio di interferone beta, molecola chiave per la difesa da virus e tumori. Si chiama MEF2A codifica per una proteina già nota per il suo ruolo nello sviluppo del sistema nervoso e muscolare, ma prima d'ora nessuno sospettava che potesse avere un ruolo rilevante nel sistema immunitario. La ricerca, pubblicata su 'Immunity' e coordinata da Renato Ostuni, responsabile del laboratorio Genomica del Sistema Immunitario Innato presso l'Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (SR-Tiget) di Milano, ha importanti implicazioni nella lotta alle malattie infettive e oncologiche e nell'ottimizzazione dei protocolli di terapia genica per malattie genetiche rare.

Gli interferoni di tipo I, di cui fa parte l'interferone beta sono tra le più potenti molecole ad azione infiammatoria. Queste proteine sono essenziali per la nostra sopravvivenza, ma anche potenzialmente pericolose: se infatti non vengono prodotte a sufficienza quando ce n'è bisogno, il sistema immunitario non riesce a difenderci con successo contro patogeni e tumori.

Diversi geni coinvolti nei processi di regolazione degli interferoni sono stati scoperti da tempo. I ricercatori sono arrivati a MEF2A studiando il meccanismo d'azione di una molecola - la prostaglandina E2, o PGE2 - conosciuta per la sua capacità di modulare le risposte immunitarie. "La PGE2 - sottolinea Ostuni - è inoltre un ingrediente essenziale nei protocolli di terapia genica perché permette di coltivare e ingegnerizzare le cellule staminali del sangue, preservandone la piena funzionalità. Studi internazionali suggeriscono che possa favorire la rigenerazione del midollo osseo dopo il trapianto".

Secondo Ostuni la scoperta "permetterà anche di migliorare i protocolli di terapia genica: la capacità rigenerativa delle cellule staminali del sangue viene infatti compromessa da fenomeni infiammatori, sia durante la correzione genetica in laboratorio che a seguito del trapianto nei pazienti".
   

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