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Vaccini:Covax, da paesi ricchi poche dosi a quelli poveri

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Vaccini:Covax, da paesi ricchi poche dosi a quelli poveri

Surplus 1,2 miliardi dosi, ma 1/5 gettato se non donato presto

ROMA, 22 settembre 2021, 12:52

Redazione ANSA

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Vaccini:Covax, da paesi ricchi poche dosi a quelli poveri © ANSA/EPA

Vaccini:Covax, da paesi ricchi poche dosi a quelli poveri © ANSA/EPA
Vaccini:Covax, da paesi ricchi poche dosi a quelli poveri © ANSA/EPA

Tante promesse dai paesi ricchi ma pochi fatti finora, sulla distribuzione dei vaccini anti-Covid a quelli poveri: il Regno unito, delle 100 milioni di dosi di vaccino promesse, ne ha date solo 9; dagli Usa 140 milioni su 580 promesse, mentre l'Ue ha mandato solo l'8% delle 250 milioni promesse. Inoltre i paesi più ricchi hanno un surplus di 1,2 miliardi di dosi che non gli servono, anche somministrando la terza dose, di cui 1/5 ora rischia di finire nella spazzatura se non verrà donato subito. A fare il punto è la Bbc.


    Secondo Human Rights Watch, il 75% dei vaccini è andato a 10 paesi. Alcuni paesi hanno potuto vaccinare solo il 2% della loro popolazione. "Attualmente le dosi tendono ad essere condivise in bassi volumi, e con preavvisi brevi, spesso poco prima della data di scadenza, rendono molto difficile dal punto di vista logistico distribuirle ai paesi capaci di gestirle", spiega Aurelia Nguyen, amministratore delegato di Covax, il programma internazionale dell'Oms per garantire un accesso equo ai vaccini. 


    Ma la scarsità di dosi donate dai paesi ricchi ai poveri non dipenderebbe da un problema globale di forniture, visto che addirittura avrebbero un surplus di vaccini, secondo i calcoli di Airfinity, un'azienda di analisi scientifica citata dalla Bbc. Le aziende farmaceutiche producono ormai 1,5 miliardi di dosi al mese, e 11 miliardi saranno pronte entro la fine dell'anno. In base alle stime, i paesi più ricchi potrebbero quindi avere 1,2 miliardi di dosi che non gli servono, di cui 241 milioni (circa 1/5) rischiano di finire nella spazzatura se non verranno donate molto presto. E' probabile che i paesi più poveri non possano accettarle, a meno di riceverle almeno 2 mesi prima della scadenza.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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