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Pediatri, uniformare età pediatrica a 18 anni

Staiano, troppe differenze tra Regioni, serve limite certo

Redazione ANSA SORRENTO

(ANSA) - SORRENTO - In che reparto ospedaliero, adulto o pediatrico, ricoverare un ragazzo al limite dei 18 anni con un problema sanitario? In Italia le differenze sono troppe, da Regione a Regione e talvolta all'interno della stessa Regione tra le diverse aziende ospedaliere. Questo, però, può finire per penalizzare i ragazzi e disorientare le famiglie. Al fine di dare messaggi certi ai genitori i pediatri chiedono che sia uniformata l'età pediatrica, stabilendo che vada da 0 a 18 anni e che questo valga per gli ospedali ma anche per il territorio, dove un limite in realtà c'è ed e' fissato a 14 anni, che si estendono a 16 nel caso di bambini con patologie croniche. Il messaggio arriva dalla presidente della Sip, Società italiana di pediatria, Annamaria Staiano, che al congresso della società scientifica a Sorrento, spiega di aver sollevato il tema nel corso di un'audizione sul Dm 71 di riforma sanitaria.

 "Nelle regioni d'Italia - spiega Staiano - l'età massima pediatrica per i ricoveri è differente, varia da regione a regione e nell'ambito della stessa regione da azienda ad azienda. Le mamme e i papà devono avere un punto di riferimento fermo e lineare, sapere che i 18 anni sono la soglia nella quale il bambino è un adulto, a 17 invece rientra ancora in ambito pediatrico. Come avviene nelle altre nazioni europee. Noi chiediamo che il limite dei 18 anni sia riconosciuto sia per le cure primarie, sia negli ospedali dove occorre superare le attuali disomogeneità. L'adolescente, con assenza di patologie, rischia di perdere il supporto sanitario per l'incertezza della figura di medica riferimento". (ANSA).
   

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