Il payback, misura introdotta per limitare l'incremento della spesa farmaceutica e che prevede il ripiano a carico dell'industria causato dallo sforamento dei tetti previsti, "ha avuto la funzione di salvaguardia della spesa nel momento in cui non ne avevamo più il controllo. Ma è uno strumento vetusto nello scenario attuale, dove l'innovazione gioca un ruolo fondamentale nel campo della salute". Lo ha detto Beatrice Lorenzin, già ministro della Salute e oggi membro della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, a margine di "Inventing for Life Health Summit", evento promosso da MSD Italia. Da anni si assiste a uno sforamento della spesa farmaceutica per acquisti diretti (o ospedaliera): questo "è sintomo di un mal funzionamento dello strumento di governance che quindi necessita una revisione anche alla luce delle recenti scoperte". Per superare il payback è necessario "un cambio di mentalità per arrivare a considerare la salute non un costo, ma un investimento". Tradotto in pratica significa "un sistema di valutazione che contabilizzi i trattamenti sulla base del loro valore aggiunto sulla salute". Un esempio di questo approccio è l'emendamento, a prima firma Lorenzin, accolto nel decreto Sostegni-bis, che ha previsto l'unificazione dei fondi destinati ai farmaci innovativi oncologici e non oncologici. "Questo - ha aggiunto - permette di ottimizzare l'accesso all'innovazione da parte dei pazienti e risponde all'esigenza di superare le criticità emerse nel primo triennio di applicazione di tale strumento, legate al divario di spesa registrato tra i due Fondi, con un notevole avanzo di risorse per i farmaci innovativi a fronte di una crescente spesa per gli innovativi oncologici". Ora è necessario intervenire per garantire un ancor più efficiente funzionamento di tale strumento, "consentendo la permanenza nel Fondo dei medicinali innovativi oltre i 36 mesi previsti, nel caso in cui alternative terapeutiche di superiore efficacia non siano state introdotte sul mercato".
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