I sindacati confederali e l'Ugl
hanno confermato che non aderiranno allo sciopero di domani nel
Porto di Trieste, e anzi si sono chiesti come potranno
raggiungere il posto di lavoro i portuali che non parteciperanno
all'astensione dal lavoro. È quanto emerso dalla Conferenza dei
presidenti dei gruppi consiliari Fvg. All'incontro non ha
partecipato il presidente dell'Autorità portuale del Mare
Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino, come inizialmente
previsto.
A uscire per prima dall'incontro è stata Roberta Vlahov
segretaria Ugl Fvg: "Non capiamo perché dobbiamo protrarre una
situazione - ha detto - che inasprisce un momento sociale
veramente molto difficile per tutti". E se i portuali in
sciopero bloccheranno l'ingresso anche a chi vorrà andare a
lavorare, "vedremo come comportarci domani, non sarà una
situazione facile. Speriamo non si creino contrapposizioni tra
lavoratori". Su questo Michele Piga, segretario Cgil a Trieste,
ha chiesto "che venga tutelato il diritto di coloro che vogliono
lavorare" e ha aggiunto che la Cgil ha chiesto "un impegno da
parte del Consiglio regionale, da quest'ultimo assunto" riguardo
la distribuzione di tamponi. "Sul territorio - ha detto - su
100mila lavoratori, circa 35mila lavoratori non sono vaccinati,
per un fabbisogno di 100mila tamponi settimanali. L'Azienda
sanitaria universitaria giuliano-isontina ha detto che questi
tamponi non ci sono e abbiamo quindi posto il tema
dell'inesigibilità del decreto per tutti i lavoratori". "Non è
inaccettabile si applichi un regime sanzionatorio nel caso non
venga rispettato il decreto - ha detto inoltre -. Abbiamo
sollevato tutte le criticità del green pass come strumento per
accesso ai luoghi di lavoro".
Un'osservazione condivisa anche da Sacha Colautti,
coordinatore provinciale Unione sindacale di base: "Come Usb
abbiamo espresso forti preoccupazioni in merito alla situazione
di inapplicabilità del green pass nei luoghi di lavoro: da una
parte le imprese stanno applicando i controlli distorcendo norme
su privacy e sicurezza, dall'altra parte la carenza di tamponi
mette in evidenza come si rischi di rendere inesigibile il
diritto costituzionale al lavoro. Che il governo si assuma le
sue responsabilità". "Per Usb - inoltre - il green pass non può
riguardare i luoghi di lavoro ma devono essere invece aumentate
le misure di screening a carico del datore di lavoro che è
insignito per legge di precise responsabilità in tema di salute
sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro".
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