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Porti: Trieste; sindacati, chi non sciopera raggiunga lavoro

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Porti: Trieste; sindacati, chi non sciopera raggiunga lavoro

TRIESTE, 14 ottobre 2021, 16:53

Redazione ANSA

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I sindacati confederali e l'Ugl hanno confermato che non aderiranno allo sciopero di domani nel Porto di Trieste, e anzi si sono chiesti come potranno raggiungere il posto di lavoro i portuali che non parteciperanno all'astensione dal lavoro. È quanto emerso dalla Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari Fvg. All'incontro non ha partecipato il presidente dell'Autorità portuale del Mare Adriatico Orientale, Zeno D'Agostino, come inizialmente previsto.
    A uscire per prima dall'incontro è stata Roberta Vlahov segretaria Ugl Fvg: "Non capiamo perché dobbiamo protrarre una situazione - ha detto - che inasprisce un momento sociale veramente molto difficile per tutti". E se i portuali in sciopero bloccheranno l'ingresso anche a chi vorrà andare a lavorare, "vedremo come comportarci domani, non sarà una situazione facile. Speriamo non si creino contrapposizioni tra lavoratori". Su questo Michele Piga, segretario Cgil a Trieste, ha chiesto "che venga tutelato il diritto di coloro che vogliono lavorare" e ha aggiunto che la Cgil ha chiesto "un impegno da parte del Consiglio regionale, da quest'ultimo assunto" riguardo la distribuzione di tamponi. "Sul territorio - ha detto - su 100mila lavoratori, circa 35mila lavoratori non sono vaccinati, per un fabbisogno di 100mila tamponi settimanali. L'Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina ha detto che questi tamponi non ci sono e abbiamo quindi posto il tema dell'inesigibilità del decreto per tutti i lavoratori". "Non è inaccettabile si applichi un regime sanzionatorio nel caso non venga rispettato il decreto - ha detto inoltre -. Abbiamo sollevato tutte le criticità del green pass come strumento per accesso ai luoghi di lavoro".
    Un'osservazione condivisa anche da Sacha Colautti, coordinatore provinciale Unione sindacale di base: "Come Usb abbiamo espresso forti preoccupazioni in merito alla situazione di inapplicabilità del green pass nei luoghi di lavoro: da una parte le imprese stanno applicando i controlli distorcendo norme su privacy e sicurezza, dall'altra parte la carenza di tamponi mette in evidenza come si rischi di rendere inesigibile il diritto costituzionale al lavoro. Che il governo si assuma le sue responsabilità". "Per Usb - inoltre - il green pass non può riguardare i luoghi di lavoro ma devono essere invece aumentate le misure di screening a carico del datore di lavoro che è insignito per legge di precise responsabilità in tema di salute sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro".
   

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